Avanzi e pasta fatta in casa A tavola non si spreca più

Diciamola tutta. In questa crisi economica che mette in difficoltà quasi una famiglia su quattro c'è anche un risvolto positivo: si torna all'antico, si mangia meglio e più sano. Meno carne (il che evita gotta, colesterolo e anche tumori), più pasta e legumi. E più pane. Quello fatto in casa, con tanto di impasto manuale e profumino del sapore unico. E poi ci sono gli avanzi. Che non si buttano più nella spazzatura dell'umido (che grande spreco e affronto alla miseria vera). Ma si riutilizzano con l'aiuto di Internet e dei grandi chef che si alternano in tv.
Ma chi ha un po' di dimestichezza con la cucina non ha neppure bisogno dei suggeritori, deve solo sfoderare un po' di fantasia. Che c'è di più buono che pane duro ammollato, pomodoro fresco (non olandese ma nostrano, per favore), olio extravergine e provolone? E le polpettine con il bollito? Prepararle è una scemata, con pane raffermo frullato, prezzemolo, aglio e formaggio. Anche gli sformati di verdura sono gustosi e vengono presi d'assalto dai bambini: un rotolo di sfoglia del supermercato in offerta, verdure anche appassite, qualche sottiletta e il secondo piatto è sfornato. Con pochi euro a disposizione.
Anche Coldiretti, al Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione, registra un cambiamento nel menù degli italiani. È vero che c'è stato un 3% di flessione sui consumi in nove mesi, ma se spulciamo nei dettagli, verifichiamo che si fa a meno della comoda e noiosa fettina di manzo ma non di pesce, vino e olio buono; si mangiano meno brioche al bar ma si sceglie di fare colazione a casa con fette biscottate, marmellata, miele e caffè della moka. Questo inizio mattutino farebbe gioire ogni serio nutrizionista. Che applaudirebbe anche al crollo dei consumi di caramelle (-7%), cioccolato (-3,4%), pasticceria industriale, bibite e dessert.
Gli italiani snobbano anche i ristoranti (ma non quelli buoni) e torna anche il «fai da te» casalingo con l'aumento record degli acquisti di farina (+8,3 per cento), uova (+5,3 per cento) e burro (+2,8 per cento).
Ma non basta mettersi ai fornelli. Bisogna anche saper acquistare. E infatti si gira al super con la lente d'ingrandimento: sei italiani su dieci fanno lo slalom tra le corsie in cerca di offerte e sconti e oltre la metà compra i prodotti meno costosi. E Davide Oldani, famoso chef, ci offre un altro accorgimento utile: «Fate la spesa a stomaco pieno, così comprate solo il necessario e non quello che capita per calmare il languore». Altre strategie antispreco: «Pesate gli ingredienti - raccomanda lo chef -, così non avrete neppure gli avanzi da usare il giorno dopo». Altre idee? «Utilizzare sempre i prodotti di stagione, freschi, meno costosi e di qualità». Oldani, non sente la crisi nel suo ristorante milanese, dove bisogna prenotare mesi prima per sedersi a un tavolo, ma anche lui sdrammatizza questo pessimismo diffuso. «Prima eravamo abituati al troppo, ora siamo passati al normale.

E questa crisi ci ha portati a riflettere prima di decidere, una cosa importante da adottare pure negli acquisti alimentari». Anche i numeri danno ragione allo chef. Due italiani su 3 (65 per cento) hanno ridotto o annullato lo spreco di cibo. E ci voleva, visto che si buttano nella spazzatura ben 11 miliardi di euro all'anno.

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