Governo e petrolieri si spartiscono il bottino. Monti aveva aumentato le accise sulla benzina alla vigilia delle partenze ferragostane, i secondi hanno alzato ieri il prezzo al litro - ha sfondato quota 2 euro - giusto in tempo per arricchirsi con chi sta per tornare a casa finite le vacanze. Dire che ci stanno prendendo per i fondelli è ancora poco. A noi non importa a chi va la tassa sul rientro, conta che ancora una volta paga Pantalone. E non soltanto la benzina. In un Paese dove tutto si muove su gomma, l'aumento del costo del trasporto produrrà a catena un rialzo di tutti prezzi, compresi quelli dei generi di prima necessità. Tutto questo mentre in Francia il governo socialista annuncia un ribasso del prezzi dei carburanti, che già sono inferiori e non di poco ai nostri.
Tassano i terremotati, tassano i vacanzieri. Non c'è scampo all'ingordigia dei tecnici bocconiani che ancora non hanno sfornato un'idea che sia una per aiutarci a uscire dalla palta. Governare così è odioso e anche un po' vigliacco. E fa un certo effetto sapere - è notizia di ieri - che tra chi ci impone questo ci sono anche signori, come Corrado Passera, che fino a pochi mesi fa erano a capo di aziende (Banca Intesa) che distraevano fondi neri (200 milioni) nelle filiali estere (Lussemburgo).
E che dire di Monti? Di ritorno da St. Moritz, dove ha alloggiato a 10mila euro alla settimana di solo affitto, non batte ciglio di fronte all'ennesimo aumento della benzina. Per quanto ancora dobbiamo sopportare? Il tempo stringe, andare a votare il prima possibile ormai è questione di legittima difesa. La speranza è appesa all'accordo sulla nuova legge elettorale. Se entro la prossima settimana Pdl e Pd troveranno l'intesa definitiva, la folle corsa di Monti potrebbe terminare anzitempo.
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