«Renzi s'è dimenticato dei pensionati». L'affondo di Berlusconi non risparmia nessuno: né il presidente del Consiglio, né Grillo e neppure la Merkel. I temi caldi: la crisi economica; le ricette sbagliate del Pd; la politica di austerità imposta da Berlino. È un Berlusconi che cerca di far risalire la china alla sua Forza Italia in prima persona: intervista a Studio Aperto e Tg4 ieri; intervento a Radio Anch'Io e Matrix oggi. Televisioni locali e conferenza stampa al partito, a Roma, domani. L'obiettivo: sfondare quota 20%; meglio arrivare al 25. Il vero nemico di un'insolita campagna elettorale a tre è l'astensionismo e il rischio che vengano premiati i partiti anti-sistema. In più il Cavaliere soffre le limitazioni imposte dalla pena che gli impedisce di scorrazzare per la Penisola ma cerca di sopperire attraverso le comparsate in tv. Sebbene il patto per le riforme regga, l'ex premier non fa sconti a Renzi. Risponde a una domanda sugli 80 euro che l'Istat certifica essere briciole rispetto all'aumento della tassazione sulla casa: «Si può dire che questo sia un governo nemico dei pensionati?», gli domandano. E Berlusconi: «Nemico dei pensionati è eccessivo; che si è dimenticato dei pensionati, certamente». Quindi spiega: «Non solo non prenderanno il bonus di 80 euro, ma dovranno pagare un'imposta sulla casa che è stata triplicata rispetto a quella del governo Monti - noi l'avevamo abrogata del tutto - e dovranno anche pagare più imposte sugli interessi sui depositi a banche e posta. Inspiegabile l'aumento del governo dal 20 al 26% dell'imposta sul reddito di questi depositi». Pertanto assicura, qualora vincesse le prossime politiche: «Una delle primissime cose che faremo sarà aumentare le pensioni minime a 800 euro. E probabilmente - stiamo facendo i conti con il bilancio - anche a 1.000 euro».
Altro tema è l'immigrazione, con gli sbarchi drammaticamente ripresi: «Sarà una catastrofe quando arriveranno qui non 800mila, ma più di un milione di persone che fuggono da situazioni terribili. Io ero riuscito a fare accordi con la Libia egli altri Paesi del Nord Africa e l'immigrazione clandestina era praticamente sparita. Questo governo è inerte rispetto al rapporto con l'Ue che dovrebbe intervenire con urgenza, con capitali e mezzi, magari suddividendo in quote per ogni Paese gli immigrati che arrivano». Il problema è che i premier che si sono succeduti dopo Berlusconi non hanno avuto la schiena dritta davanti a chi comanda davvero a Bruxelles. «I tre governi non eletti dai cittadini, quelli di Monti, Letta e ora Renzi, sono andati in Europa da Merkel e Cameron: Monti genuflesso e anche gli altri due molto condiscendenti, mentre io sono stato l'unico presidente del Consiglio che ha osato mettere il veto alle richieste della signora Merkel e ha fatto nascere del contrasto nei miei confronti perché ero l'unico ad avere l'esperienza economica e imprenditoriale in grado di dire no alle cose insensate che ci venivano proposte». Il messaggio, che viene lanciato visivamente anche attraverso un manifesto eloquente è che tre anni dopo aver lasciato palazzo Chigi l'Italia sta peggio.
Sullo sfondo i volti di Monti, Letta e Renzi; in primo piano i dati della disoccupazione: «Novembre 2011, disoccupazione 8,6%. Marzo 2014, disoccupazione 12,7%». La ricetta è antica: «Sviluppo e crescita si ottengono detassando totalmente le nuove assunzioni per 3, 4 o 5 anni». Vecchio cavallo di battaglia che porta bene.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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