Berlusconi apre lo scouting: "Volti nuovi da lanciare in tv"

Il Cavaliere convoca i coordinatori regionali: portatemi tre nomi a testa, servono giovani amministratori che parlino alla gente dai network locali

Berlusconi apre lo scouting: "Volti nuovi da lanciare in tv"

«Niente rese dei conti, nessuna polemica o battibecco su congressi o primarie. Voglio solo i coordinatori regionali del partito. E con loro faremo un giro di tavolo, cosicché tutti esporranno le loro ragioni e i diversi problemi che hanno incontrato in questi mesi. E che ognuno porti quattro-cinque curriculum di giovani che sul territorio si sono distinti per il lavoro fatto fin qui, volti nuovi che possano cominciare da subito ad andare sulle tv locali». È un Silvio Berlusconi piuttosto seccato quello che in tarda mattinata dà il via libera alla riunione che si terrà oggi a Palazzo Grazioli con tutti i coordinatori regionali di Forza Italia. Una sorta di surrogato di quell'ufficio di presidenza che l'ex premier ha ormai deciso di rimandare sine die per evitare che le diverse anime del partito arrivino alla resa dei conti, magari finendo per scontrarsi su mozioni contrapposte.

Di qui, il tentativo di bypassare i big azzurri impegnati ormai da mesi in un durissimo braccio di ferro interno, tanto che nella riunione in programma alle 13.30 dovrebbero essere ammessi esclusivamente i coordinatori regionali, con la sola eccezione di Sestino Giacomoni in qualità di segretario della Conferenza dei presidenti dei comitati regionali di Forza Italia. Insomma, nessun «rappresentante» né del gruppo dei fedelissimi (che per individuare i futuri dirigenti sul territorio sostiene la via dei congressi) né di quello fittiano (favorevole invece alle primarie). Detto questo, in Berlusconi resta un certo fastidio per uno scontro che a suo avviso è sbagliato soprattutto nei tempi, visto che dare l'immagine di un partito dilaniato dalla lotta tra correnti ha, secondo il leader di Forza Italia, pesato non poco sul pessimo risultato elettorale. E Berlusconi ce l'ha soprattutto con Raffaele Fitto e con Mara Carfagna, convinto che i due non perdano occasione per «fare il controcanto».

Il leader di Forza Italia, però, vorrebbe comunque provare a trovare una sintesi. Ed è questa la ragione della riunione di oggi, come pure della richiesta di presentarsi con i curriculum di giovani spendibili fin da subito sulle tv locali. Perché, è il senso dei suoi ragionamenti, «serve un giusto mix di esperienza e novità». Un modo per iniziare il processo di restyling del partito senza attribuirne la paternità né all'una né all'altra corrente, tanto che da tutte e due le parti l'operazione pare lasci qualche dubbio. Tra i fedelissimi, visto che l'opera di scouting era inizialmente affidata proprio a loro, con Giovanni Toti e Alessandro Cattaneo che in questo schema subentrerebbero invece in seconda battuta. Per non parlare dei fittiani, convinti che i coordinatori regionali siano dei «nominati» da Berlusconi su indicazione proprio del suo inner circle.

Nonostante il tentativo di placare le divisioni interne, insomma, non è affatto detto che si arrivi a un cessate il fuoco. La distanza tra i due gruppi resta infatti siderale. Il primo è guidato da Toti, con – tra gli altri - Maria Rosaria Rossi, Deborah Bergamini, Paolo Romani, Mariastella Gelmini e Antonio Tajani. Il secondo fa capo invece a Fitto e con lui ci sono la Carfagna, Laura Ravetto, Daniele Capezzone, Saverio Romano e Renata Polverini. E tra loro in alcuni casi la rottura non è solo politica, ma umana e personale. Difficile, insomma, trovare una sintesi. Nonostante un Berlusconi deciso a «fare l'impossibile». Questo, almeno, assicurava ieri a chi gli ha fatto visita a Palazzo Grazioli. Tra cui l'ex deputato Amedeo Laboccetta.

Il leader azzurro non gli ha nascosto i timori per l'ormai imminente secondo grado del processo Ruby, con i rischi annessi a un'eventuale condanna che potrebbe portare – questo è la preoccupazione di Berlusconi – a una revoca dell'affido ai servizi sociali.

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