Berlusconi stringe i bulloni della macchina Forza Italia. Assieme a Verdini piazza le sue pedine Regione per Regione. La mappa dei coordinatori è completa anche se, per tenere alta l'attenzione mediatica, i nomi saranno ufficializzati nelle prossime ore.
Soltanto una Regione resta in stand by a causa dei veti e controveti. La matassa più complicata da sciogliere è in Campania dove a contendersi la guida del partito sono Domenico De Siano, ischitano, appoggiato da Nitto Palma, Carfagna, Caldoro, Russo e Cesaro; e Carlo Sarro, casertano, sostenuto invece dall'ala cosentiniana del partito. Quasi fatta in Piemonte per Gilberto Pichetto Fratin anche se in corsa fino all'ultimo ci sono sempre Malan, Repetti e Sozzani.
In Puglia dovrebbero essere riconfermati gli attuali capo e vice, Francesco Amoruso e Antonio Di Staso. Strada in discesa anche in Sardegna dove in pole continua a essere Salvatore Cicu mentre in Calabria se la giocano alla pari Nino Foti, un berlusconiano della prima ora, e Pino Galati. In Sicilia sembra fatta per Vincenzo Gibiino, giovane senatore catanese che piace molto all'ex premier.
Attesa anche per il coordinatore dell'Abruzzo dove le carte sono molte: c'è la berlusconiana di ferro e molto apprezzata sul territorio Paola Pelino ma anche Pagano, Castiglione e Nasutti. Ma la Regione andrà al voto il prossimo 25 maggio e quindi è prematuro dare le chiavi del partito a uno piuttosto che a un altro. Ed è quindi in arrivo un outsider. Insomma, i colonnelli stanno per essere arruolati ufficialmente per quella che sarà la battaglia finale.
«Sono anziano, è vero. Ma mi sento in forma e non ho alcuna intenzione di mollare - dice Berlusconi a chi lo sente - Dobbiamo andare al voto in maggio e giocarci la partita. Se siamo uniti e determinati ce la faremo». Dispensa ottimismo come al suo solito, il Cavaliere. Il quale, ieri, è stato tutto il pomeriggio riunito assieme ai suoi avvocati per disegnare le prossime strategie sul fronte giudiziario.
Politicamente, Berlusconi vede e spera che il 2014 sia l'anno della svolta: elezioni a dispetto del capo dello Stato che resta il massimo sponsor del governo Letta-Alfano. Ma le quotazioni dell'esecutivo sono in picchiata così come il grado di apprezzamento del capo dello Stato. E questo nonostante l'audience del messaggio di fine anno. Il mantra di Berlusconi si chiama però «club». Continua a ripetere che vuole gente nuova, capace, giovane e determinata. E sposa quanto ripete sempre la fedelissima berlusconiana, Michaela Biancofiore: «Serve gente che sposi il detto di Steve Jobs, stay hungry, stay foolish, siate affamati, siate folli». Ossia determinati e con la lucida follia di voler cambiare le cose radicalmente. Sonda manager come Alessandro Benetton; sente più volte il deus ex machina dei club Forza Silvio, Marcello Fiori; ascolta i consigli del direttore del Tg4 e Studio Aperto, Giovanni Toti.
L'ottimismo di Berlusconi nell'ottenere le urne poggia su Renzi. Il quale non vede l'ora di contare di più nel partito e nel Paese. Il neo segretario del Pd - è il ragionamento di Berlusconi - non durerà a lungo così.
Ha bisogno di fare lui le liste, di portare nel nuovo Parlamento gli uomini a lui fedeli e di provare a raggiungere Palazzo Chigi sbarazzandosi di chi, nel suo partito, non lo sopporta. E se tutto andrà come deve andare, sarà battaglia. Quella finale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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