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Berlusconi a cena con i big per ricompattare gli azzurri

Ieri lungo incontro a Palazzo Grazioli in vista del delicato Ufficio di presidenza di oggi. L'ex premier potrebbe dare il via libera a una stagione congressuale. I dissidi con Fitto

Berlusconi a cena con i big per ricompattare gli azzurri

In molti lo hanno invitato a prender tempo, a lasciar decantare qualche giorno, magari una settimana, e poi tirare le somme della tornata elettorale. Invece, nonostante le tante insistenze - su tutti quelle di Denis Verdini - Silvio Berlusconi non ha voluto sentire ragioni: l'Ufficio di presidenza pre-convocato per le 14.30 di oggi con all'ordine del giorno «l'esame del voto» si farà. Con tutti i rischi del caso, visto che la situazione all'interno del partito diventa sempre più esplosiva ogni ora che passa.

Una decisione, quella dell'ex premier, che lascia spiazzati molti dei big di piazza San Lorenzo in Lucina, preoccupati non solo da un eventuale accelerazione di Raffaele Fitto dopo la tornata elettorale ma pure della possibile reazione del leader di Forza Italia che pare non abbia affatto gradito le ultime uscite pubbliche dell'ex ministro. Un Ufficio di presidenza, dunque, che rischia di registrare più di una scintilla, anche alla lista dei tanti malumori che agitano Forza Italia in queste ore. E forse è anche per questa ragione che ieri sera Berlusconi ha deciso di riunire i vertici del partito a cena a Palazzo Grazioli, magari con l'intento di provare a risolvere le incomprensioni prima dell'appuntamento «ufficiale», con un Ufficio di presidenza che sarà allargato non solo a coloro i quali non hanno diritto di voto ma anche ai coordinatori regionali.

Distanze che però sono e resteranno siderali, non soltanto dal punto di vista politico ma anche sotto il profilo umano. Quel che davvero può ottenere Berlusconi, insomma, è al massimo una tregua armata che apra ad una più ampia riflessione non solo sul futuro di Forza Italia ma anche dell'intero centrodestra. I temi, infatti, s'intrecciano necessariamente. Così come si sovrappone alla questione dell'atteggiamento da tenere con il governo Renzi. L'ex premier, come fa in questi casi, vuole cercare di tenere insieme tutto, di rilanciare Forza Italia con una classe dirigente nuova e più giovane. Ma anche di raccogliere alcune istanze che gli vengono dai big, tra cui proprio lo stesso Fitto, magari dando una disponibilità a che si apra una fase congressuale, prima con le assise locali e, magari nel 2015, con un congresso nazionale.

Il tutto dando il via libera alle primarie del centrodestra, uno degli strumenti attraverso cui provare a riassemblare i diversi pezzi del mosaico sparsi al momento tra Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Fratelli d'Italia, La Destra e via andando. Primarie - è il ragionamento di Berlusconi - che servirebbero ad individuare il candidato premier dello schieramento, mentre la leadership resterebbe sempre in testa all'ex premier (ieri la figlia Marina ha nuovamente fatto trapelare che la sua discesa in campo «è un'ipotesi non attuale»). Tutte considerazioni e aspirazioni su cui pesa la reazione del Ncd di Angelino Alfano che in queste ore non pare affatto conciliante verso l'ex Cavaliere. Che non a caso in privato non avrebbe nascosto una certa delusione per gli affondi dell'ex delfino. Senza contare che l'operazione di riavvicinamento troverebbe un ostacolo nei tanti che con Alfano hanno irrimediabilmente rotto (per quanto in politica non ci sia nulla di definitivo). E uno di questi è proprio Fitto.

Berlusconi lo sa bene ed è anche per questo che non avrebbe visto troppo di buon grado le oltre 280mila preferenze portate a casa dall'ex ministro. Un risultato indubbiamente importante per Forza Italia, certo. Ma che apre un fronte interno che potrebbe complicarsi

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