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Berlusconi detta le sue condizioni: "Bersani premier con Alfano vice"

Per appoggiare il governo Bersani, Berlusconi vuole Alfano vicepremier e il Colle a un moderato. Il leader pd non ci sta: "Non è serio". Il Cav non va alle consultazioni

Silvio Berlusconi e il segretario del Pdl Angelino Alfano in piazza del Popolo
Silvio Berlusconi e il segretario del Pdl Angelino Alfano in piazza del Popolo

Finora ha occupato tutte le poltrone che poteva occupare, ma se Pier Luigi Bersani vuole formare un governo stabile, capace di mettere in cantiere le riforme per il bene del Paese, deve accettare le condizioni del centrodestra. Silvio Berlusconi lo sa ed è pronto a dettare la sua linea: "Noi diremo a questi signori che ci sediamo al tavolo solo se si parla di un governo insieme". Da qui le due condizioni per raggiungere un accordo che soddisfi entrambe le coalizioni: la vice presidenza del Consiglio ad Angelino Alfano e lo scranno del Quirinale a un esponente moderato. Proposte che il segretario piddì ha ricevuto e subito cestinato: "Bisogna che si facciano discorsi seri...". Viene, quindi, da chiedersi cos'abbiano di poco serio le condizioni del Cavaliere? È, forse, poco serio dare spazio a quel centrodestra che ha ricevuto una manciata di voti in meno rispetto a quella sinistra che vuole governare a tutti i costi? Quello per nulla serio sembra, piuttosto, Bersani che, dopo aver strappato un incarico all'uomo del Colle, punta a portare a casa la fiducia coni voti del Pdl escludendo Berlusconi dall'esecutivo.

Questa mattina, a Montecitorio, Berlusconi e Alfano hanno incontrato i parlamentari del Pdl per fare il punto dopo il pre-incarico affidato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al segretario del Pd. Come già successo per le consultazioni al Quirinale, il Pdl e la Lega Nord si presenteranno insieme anche a quelle che sta svolgendo Bersani. Non ci andrà, invece, il Cavaliere che oggi ha dettato le proprie condizioni per votare la fiducia. Fino ad ora, la sinistra ha sempre cercato di marginalizzare il centrodestra nonostante alle ultime elezioni abbia preso un terzo dei voti e sia la seconda forza politica che siede in parlamento. Dopo essersi portato a casa le presidenze delle Camere piazzando un esponente del Sel (Laura Boldrini) e uno del Pd (Pietro Grasso), ha provato a trattare con il Movimento 5 Stelle per neutralizzare il Pdl e la Lega Nord. Ma dopo il due di picche calato da Beppe Grillo, Bersani deve scendere ai patti con i moderati oppure gettare la spugna e rimettere l'incarico nelle mani di Napolitano. E Berlusconi è pronto a far leva proprio su questo: il centrodestra è disposto a sedersi al tavolo con i democrat solo se questi sono disposti ad aprire alle larghe intese. D'altra parte è stato lo stesso capo dello Stato a lanciare un avvertimento chiaro a Bersani invitandolo a pensare al bene del Paese.

Il Cavaliere punta alla vice presidenza del Consiglio. Se Bersani vuole raggiungere Palazzo Chigi, deve proporre Alfano come vicepremier. Solo in questo modo, la sinistra garantirebbe "la partecipazione normale delle forze espresse dagli elettori". Il leader del Pdl sarebbe anche disposto a discutere il prossimo capo dello Stato che dovrà essere nominato fra poche settimane. "Non deve esserci l’occupazione di tutte le istituzioni da parte della sinistra - ha spiegato Berlusconi - al Colle deve andare un moderato". Dopo la manifestazione di sabato a piazza del Popolo, il Cavaliere è seriamente intenzionato a dare battaglia alla sinistra in modo da non permetterle di rovinare il Paese dopo che i tecnici lo hanno seriamente impoverito. Le proposte avanzate oggi vanno proprio in questa direzione e sono sacrosante. Tuttavia, dopo aver consultato qualsiasi tipo di categoria esistente in Italia, Bersani ha rispedito al mittente entrambe le condizioni avanzate dal leader del Pdl. "Bisogna che facciamo discorsi seri... - ha replicato il leader del Pd - non si può al mattino annunciare la guerra mondiale e al pomeriggio proporre degli abbracci". Così, non solo non ha intenzione di mettere Alfano alla vicepresidenza del Consiglio, ma non vuole nemmeno discutere sul successore di Napolitano. Spera in un miracolo. Spera che qualcuno lo cavi dall'impiccio. E intanto il tempo passa. Prima di giovedì prossimo non riferirà al capo dello Stato.

Nel frattempo il Paese guarda attonito questo triste balletto che ci mette ulteriormente in difficoltà.

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