Roma E il Cavaliere sonda Montezemolo. Non ieri, non l’altro ieri, ma più precisamente i primi d’aprile. In realtà il summit tra il presidente della Ferrari e Berlusconi era già in agenda per il 29 marzo ma poi l’incontro è stato posticipato. Quel giorno Montezemolo voleva presenziare al funerale del padre di Diego Della Vale, Dorino, morto due giorni prima. La notizia è stata tenuta coperta fino a ieri ma pare che il faccia a faccia sia andato bene. I due hanno parlato chiaramente di politica. Montezemolo,l’eterna promessa del panorama politico italiano, è da anni che scalda i motori ma alla fine non parte mai. Con chi stare? Di certo con i moderati. È un imprenditore, un uomo d’azienda, ed è più vicino al mondo pidiellino che non alla foto di Vasto. Corteggiatissimo da Fini, che ne ha sempre invocato la discesa in campo nel Terzo Polo, ha tentennato e continua a tentennare. Con chi andare? Con quale legge elettorale? Tutte domande al centro del summit con il Cavaliere. Con una considerazione di non poco conto: Montezemolo non s’è mai preso troppo con Casini. E di Casini diffidaanche Berlusconi che, non a caso, di recente ha definito il leader dell’Udc «un assassino politico». Ma tornando a Luca Cordero e Pier Ferdinando: due galli in un pollaio si sono sempre beccati e poi il background del presidente della Ferrari è di certo più vicino a quello di Berlusconi che non a quello del discepolo di Arnaldo Forlani. Entrare nel Pdl? Forse troppo. Ma di una possibile joint venture
se n’è parlato eccome. Montezemolo pare si sia dimostrato interessato anche perché consapevole che con la sua creatura, Italia Futura, s’è spinto troppo avanti. L’associazione, che nel bozzolo è ancora un pensatoio che racchiude imprenditori, economisti, personaggi del mondo della cultura e della società, non è ancora diventata una farfalla della politica. Ma potrebbe diventarlo presto. Il think tank sta crescendo nel Lazio, nelle Marche, in Toscana, in Liguria, in Puglia e in Basilicata.
A Berlusconi, poi, non sono sfuggite due considerazioni. La prima è utilitaristica: i sondaggi danno Montezemolo molto ben messo perché percepito come uomo nuovo. Che, se proprio nuovo non è, almeno non è usato. La seconda è contenutistica: al capo della Ferrari si sono avvicinati molti professori liberisti e liberali che non dispiacciono affatto al Cavaliere. Tra questi anche qualche esponente dell’Istituto Bruno Leoni, faro dei pensatori liberisti e mercatisti. Sul Foglio di Ferrara, poi, giusto ieri Michele Arnese dava conto che «entro venti giorni sarà presentato uno studio al quale starebbe lavorando l’economista Nicola Rossi sulla dismissione del patrimonio statale: gli incassi devono essere utilizzati per ridurre il debito pubblico». Musica per le orecchie del Cavaliere come pure l’obiettivo cardine del think tank: diminuire la spesa pubblica e abbattere la pressione fiscale sulle imprese.
Insomma, tra i due ci sarebbe stata più di un intesa sulle cose da fare e sulle ricette da proporre al Paese. Ma il capo di Italia Futura ancora tentenna e aspetta di vedere come si evolve la situazione. Guardando soprattutto alla legge elettorale.
Se si vota, si vota con questo sistema o con un altro? Intervistato sui suoi prossimi passi, in ogni caso, ha preso tempo ancora una volta: «Non penso per adesso alla politica, ho già troppe cose da fare tra Ferrari e Ntv».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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