Berlusconi gela il premier: "Nuovo Senato inaccettabile"

Il leader di Fi: "Se cambia il testo dell'accordo con Renzi, meglio abolirlo". E sul partito: "Siamo al 21,6%, un miracolo visto che il leader Pd è sempre in tv"

Berlusconi gela il premier: "Nuovo Senato inaccettabile"

«Vorrei rassicurarvi in fatto di salute: le mie ginocchia pagano il mio passato di centometrista. A sedici anni correvo i cento metri in undici secondi e questo, in avanti con le primavere, comporta che le ginocchia qualche volta facciano giacomo giacomo. Non per la paura, ma per gli antichi record». Silvio Berlusconi si collega al telefono con Milano, dove il partito, big, candidati, Club e pancia di militanti, è riunito per l'avvio della campagna elettorale delle Amministrative e delle Europee al Nord. Il pensiero va al fuori onda di Repubblica tv, dove Giovanni Toti parlava con Mariastella Gelmini in termini allarmati della salute del Cavaliere. Un allarme anche politico per «la stretta mortale» in cui Renzi avrebbe soffocato Forza Italia. E per l'attesa ansiosa del 10 aprile, quando il tribunale di sorveglianza di Milano deciderà le misure cautelari per il leader dell'opposizione.

Berlusconi, ginocchia a parte, sembra in salute. E deciso a divincolarsi dalla stretta mortale con una mossa che rimescola le carte. Parla per quarantacinque minuti e tratteggia una linea politica ferma e quasi di opposizione alle riforme di Renzi. Almeno per il modo in cui si stanno concretizzando in Parlamento. «Noi vogliamo le riforme. Ma non possiamo volerle a tutti i costi - dice - Cioè non voteremo riforme scritte dal terzo governo non votato dagli italiani solo per consentire al governo di mettersi una medaglia prima delle Europee». Una critica nel metodo e nel merito a «riforme che farebbero o che fanno un danno al Paese per i prossimi decenni». Come quella delle Provincie, che «purtroppo» è stata già approvata. Positivo è invece l'accordo sulla legge elettorale, che «permetterà la governabilità». La bocciatura è netta sul nuovo assetto di Palazzo Madama, che sembra violare gli accordi. «La riforma del Senato è assolutamente inaccettabile e assolutamente indigeribile - scandisce Berlusconi. O facciamo una buona riforma o tanto vale chiudere il Senato del tutto». Un altolà in piena regola anche se - come precisa poi una nota - non si tratta di una rottura del patto del Nazareno. Al contrario: «Forza Italia è pronta a discutere ogni dettaglio».

Dissenso anche sulle scelte economiche del governo e sulla decisione di mettere 80 euro in busta paga solo ad alcuni. «Ci stiamo domandando: perché dare gli 80 euro solo ai lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 1.500 euro al mese? Bene, è una buona cosa. Ma gli artigiani, i piccoli imprenditori? Che sono poi le categorie che hanno pagato la crisi più di tutti...». C'è poi il capitolo dei debiti della Pubblica amministrazione con le imprese: «Il governo dovrebbe mantenere le promesse e invece non vengono pagati. Questo ha provocato moltissimi danni alle nostre imprese, perché se la Pubblica amministrazione non paga le aziende, a loro volta le aziende non pagano i fornitori». Conclusione: moltissime aziende chiudono non per debiti ma per crediti che non vengono pagati a seguito del non pagamento dello Stato.

Berlusconi parla di «dittatura giudiziaria», di «quattro colpi di Stato che si sono succeduti in vent'anni». E gli ultimi tre sono proprio i cambi di governo senza ricorrere al voto popolare. Ripete: «Non siamo in una democrazia». Critica la composizione della Corte costituzionale, sbilanciata a sinistra. Chiede l'elezione diretta del presidente della Repubblica. Prevede elezioni politiche entro un anno e pochi mesi. Progetta di «trasformare la maggioranza di moderati del Paese in una consapevole maggioranza politica organizzata».

Sogni? Lui cita Erasmo da Rotterdam per dire che serve «una visionaria, lungimirante follìa». Ma poi snocciola anche gli ultimi sondaggi di Alessandra Ghisleri. Secondo Euromedia, dice, Forza Italia viaggia al 21,6%, nonostante Berlusconi sia assente dalla tv e Renzi spadroneggi in video 4 o 5 ore al giorno.

«Non è un problema privato ma della democrazia». Fino all'annuncio: «Dalla prossima settimana voglio mettere fine a questa impossibilità di parlare con gli italiani e confrontarmi con il premier come per la campagna elettorale del 2013».

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