Berlusconi ignora gli insulti: Grillo ormai è nel panico

Non ha gradito, certo. Soprattutto quel riferimento al carcere che ormai da tempo è un timore che lo affligge non poco, visto il delicato equilibrio che sta dietro l'affidamento ai servizi sociali e l'avvicinarsi della sentenza di secondo grado del processo Ruby attesa per fine luglio. Eppure, nonostante il tasto toccato da Beppe Grillo sia delicatissimo e i toni usati alquanto beceri, Silvio Berlusconi predica cautela e invita i suoi a «non cadere nella provocazione».
Il leader di Forza Italia è infatti convinto che Grillo sia vittima di una sorta di sindrome da esclusione e sia pronto a qualunque cosa pur di riacquistare il centro della scena. In particolare nel confronto sulle riforme, un tavolo a cui il M5S non vede l'ora di sedersi. Di qui gli affondi provocatori contro Berlusconi, nella speranza - è il ragionamento fatto ad Arcore - che dall'altra parte arrivi qualche reazione scomposta che possa rimettere in discussione il ruolo di interlocutore che ha Forza Italia proprio a beneficio del M5S. Ecco perché nelle sue conversazioni private, pur non lesinando commenti piuttosto coloriti, Berlusconi predica cautela e chiede che le repliche siano «misurate». Nonostante la durezza dell'attacco di Grillo, che sul suo blog gli dedica un post dal titolo «#SilvioStaiSereno». «In carcere - scrive l'ex comico rivolto all'ex premier - troverai molti vecchi amici come Dell'Utri, Scajola e Cosentino. Più che galera sarà una rimpatriata. I prossimi incontri per le riforme li potrai fare comunque in streaming nell'ora d'aria o nel parlatorio».
«Grillo non cambia mai», replica via Twitter l'eurodeputato azzurro Giovanni Toti. E «alla fine», aggiunge il consigliere politico di Berlusconi, «prevale sempre il delirio e la volgarità». Sulla stessa linea la responsabile comunicazione di Forza Italia Deborah Bergamini. «Forse a Grillo piace augurare il carcere agli altri - ribatte - perché lui è riuscito a scamparlo». E ancora: «È un anno che quando si pensa che abbia raggiunto il suo punto più basso, Grillo inizia a scavare. Che pena!».
Ma se l'affondo doveva avere l'obiettivo di incrinare l'intesa sulle riforme tra Pd e Forza Italia, difficilmente è andato a bersaglio. Non solo perché la riunione dei gruppi parlamentari congiunti di Forza Italia in programma giovedì dovrebbe alla fine riuscire a individuare un «itinerario comune» sulle riforme superando divisioni che lo stesso Berlusconi considera «fisiologiche», ma pure perché l'impressione che ha l'ex premier è che Matteo Renzi continui a non fidarsi affatto di un Grillo che considera assolutamente imprevedibile.
D'altra parte, che il leader del M5S si muova in maniera piuttosto nervosa e scomposta lo dimostra un altro post - intimidatorio ai limiti del codice penale - che ieri ha pensato bene di riservare al cronista di Repubblica Tommaso Ciriaco.

La cui unica colpa è stata quella di aver fatto bene il suo lavoro raccontando i dissidi interni al M5S. Solo per questo si è visto recapitare sul blog di Grillo una fatwa con accenti tra lo squadrista e il mafioso come non se ne vedono neanche sui siti degli ultrà più accessi.

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