Berlusconi da Pontida, prato-patria della Lega, è un fiume in piena su tasse ed Europa: specie sugli euro-vincoli capestro che ci inchiodano al pareggio di bilancio. Presente all'inaugurazione della casa di cura Villa San Mauro assieme al governatore lombardo Roberto Maroni, il Cavaliere affronta i temi più spinosi in campo. L'economia, prima di tutto, a rischio collasso per star dentro a quel 3% del rapporto deficit-Pil. Ecco perché, per il Cavaliere, si potrebbe pure «sforare».
Berlusconi ribadisce che per il Pdl è fondamentale lo stop all'aumento dell'Iva: «Si dice che il governo stia affannosamente cercando 8 miliardi: ma da quando in qua, in un'azienda, non si possono tagliare i costi dell'1%? È veramente una cosa non accettabile che non si riescano a trovare questi fondi». E ancora: l'aumento dell'Iva «secondo gli economisti che hanno la testa sulle spalle non porterebbe maggiori entrate all'erario ma un decremento per la diminuzione dei consumi». Dietro questa sortita ci sta tutta l'irritazione dell'ex premier nei confronti del ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato. Il quale, in un'intervista a Repubblica, frenava sul congelamento dell'Iva e attaccava il governo Berlusconi. A rispondere per le rime a Zanonato ci pensa Brunetta: «Iva aumentata dal governo Berlusconi? Falso. Noi avevamo deciso di tagliare deduzioni e detrazioni, e se nel caso il Parlamento non avesse attuato questa decisione, di togliere deduzioni e detrazioni, dovevano scattare a titolo compensativo delle altre misure. È stato Monti a non tagliare deduzioni e detrazioni».
Detto ciò, il Cavaliere non molla la presa e va in pressing su Letta anche sull'Imu: «È una tassa dannosa e ingiusta. Va abrogata. Non è un capriccio - dice Berlusconi - ma è un'imposta che ha determinato una psicologia negativa».
Strizza l'occhio agli imprenditori, il Cavaliere. «Il governo non potrà mai creare lavoro, il lavoro lo possono creare solo gli imprenditori: capitani coraggiosi che oggi dobbiamo chiamare eroi». Sì perché sono loro che creano ricchezza, non lo Stato. Ecco perché l'altro gol del Pdl resta l'abbattimento la guerra alla burocrazia. Quindi l'ex premier si toglie lo sfizio di graffiare i magistrati: «Il freno alla crescita dell'economia italiana è dovuto principalmente a quattro fattori: costo del lavoro, burocrazia, eccesso di Stato ma anche una magistratura con cui è difficile fare i conti».
Ma sono le frasi sull'Europa a trazione tedesca a creare maggiori polemiche. Proprio nel giorno in cui il premier Letta è in Irlanda al G8, Berlusconi dà un calcio all'ipocrisia: «Bisogna andare a Bruxelles e non per battere i tacchi ma per rimettere a posto le cose e sforare il limite del 3% di deficit e il fiscal compact per far partire l'economia». Tanto, giura il Cavaliere, «nessuno ci manderà fuori da Ue e moneta unica». Ancora: «Bisogna dire a quei signori: Noi siamo in questa condizione perché ci avete cacciato voi con la vostra dannata politica di austerità. Dobbiamo rimettere a posto le cose, da qui in avanti il limite del 3 per cento all'anno e il fiscal compact ve lo potete dimenticare. Ci volete mandare fuori dalla moneta unica? Fatelo. Ci volete mandare fuori dall'Unione europea? Ma no. Vi ricordiamo che noi versiamo 18 miliardi all'anno e ce ne ridate indietro solo 10. Ma chi mai ci manda fuori dall'una e dall'altra parte?». Pane al pane, vino al vino. Ma immediata è arrivata la replica di Palazzo Chigi: «Non più tardi di sabato, Letta ha ribadito al presidente Barroso la volontà dell'Italia di mantenere gli impegni presi con l'Europa. Senza alcun margine di incertezza». E pure il commissario Ue Olli Rehn fa muro: «L'Italia assicurerà che il deficit pubblico resti sotto il 3% rispetto al Pil, mantenendo il pareggio strutturale di bilancio».
Per Berlusconi da Pontida c'è spazio pure per una battuta: «Spero che la cerimonia finisca presto, ho portato le mie cose. Tutti mi vogliono rottamare, quindi sarò il primo ospite della struttura. Mi interessa una suite...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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