Berlusconi: il mio dolore? Nel Pdl c'è gente che divide

Il Cav punge i "diversamente ministri" e Renzi. La battuta ai giovani azzurri: "Stabilità, sì quella del Governo..."

Berlusconi: il mio dolore? Nel Pdl c'è gente che divide

Berlusconi conferma davanti al lealista Raffaele Fitto che la linea non cambia. Nessun tentennamento. E lo ribadisce in serata incontrando ii giovanissimi militanti radunati da Daniela Santanchè nella sede nuova di zecca di Forza Italia. Non si può governare con chi ti spara addosso e pretende pure l'appoggio su provvedimenti contrari al dna del Pdl-Forza Italia. Sabato, quindi, al Consiglio nazionale del partito, non è escluso il redde rationem con i governisti.

Il Cavaliere resta ancorato al documento uscito dall'ultimo ufficio di presidenza: avanti con Forza Italia e soprattutto governo a rischio se il Pd voterà la sua decadenza. Musica per le orecchie di Fitto e della maggioranza del partito che ormai, sul futuro del proprio leader, ne fa una questione etico-morale: «Come facciamo a separare le questioni - si chiede un lealista -: la vita del governo e la nostra storia camminano di pari passo». Avanti tutta, quindi, anche se oggi Alfano e Berlusconi si vedranno per cercare di evitare l'esplosione del partito calibrando un intervento soft. In compenso, Berlusconi a tarda sera lancia la carica ai giovanissimi forzisti, tutti under 25: «Forza Italia è qualcosa di emozionante. E questo sabato il consiglio ratificherà la decisione giusta, presa durante l'ufficio di presidenza». Berlusconi ironizza: «La legge di stabilità? Per qualcuno è stabilità di governo», graffia gli alfanidi. E poi ammette: «Sono preoccupato dal voto sulla mia decadenza perché poi sarei in balìa delle procure». Quindi lo sfogo: «È incredibile che un partito alleato voglia far fuori il leader di questo partito. Come possono chiedere ai nostri ministri e senatori di continuare a collaborare quando si rendono responsabili di un omicidio politico?».
La stoccata più dura è sui ministri: «Da noi ci sono i cinque ministri che amano fare i ministri, diversamente ci sono i senatori che godono del titolo nobiliare di senatori che, dopo sette mesi, temono di non essere rimessi in lista. Tutto è comprensibile. Ma immaginate il dolore che mi attanaglia, faccio di tutto per tenere uniti i moderati da vent'anni, che sono la maggioranza. Poi - dice l'ex premier - arriva sempre qualcuno che divide». E ancora contro i ministri: «Come possono i nostri ministri stare ancora al governo con questi personaggi?», dice riferendosi a Saccomanni che sparlava di lui durante una cena. «Ma comunque - assicura il Cavaliere - cercherò in tutti i modi di tenere uniti i moderati». Ce n'è anche per Renzi: «È un opportunista, ma gli italiani se ne stanno accorgendo». In ogni caso raccontano di un Cavaliere lucido, determinato e persino allegro visto che non manca di allietare i presenti con un paio di barzellette.

Eppure per tutto il giorno erano girate insistentemente voci di una possibile mediazione in extremis. Vero è che Berlusconi non vuole lo strappo: vorrebbe che Alfano e i suoi si uniformassero al suo sentire, evitando di blindare Letta senza se e senza ma. E circolava pure l'ipotesi che il Cavaliere, sabato al consiglio nazionale, potesse non affrontare la spinosa questione dell'esecutivo parlando soltanto del lancio della nuova Forza Italia, evitando così uno strappo che pare ancora dietro l'angolo. Magari facendo un discorso alto, tutto valori e programmi ma senza legare la sua decadenza alla tenuta di palazzo Chigi. Il cosiddetto Lodo Confalonieri: Alfano riconosca la leadership di Berlusconi e Berlusconi non metta una mina sotto il tavolo di Letta. Basterebbe rinviare il nodo principale - ossia la tenuta delle larghe intese - per garantire l'unità della nascente Forza Italia? La risposta è negativa da entrambi i fronti: «No, a questo punto serve chiarezza».

Che nella testa del Cavaliere ci sia ancora l'intenzione di percorrere tutte le strade per evitare la scissione, lo conferma una nota di Maria Rosaria Rossi, sua ombra e solitamente silente. La senatrice dirama un comunicato felpato: «Berlusconi, oltre ad essere sempre stato il leader indiscusso è stato anche il simbolo dell'unità».


E ancora: «Per questo credo che, al di là delle alchimie di Palazzo e della contrapposizione di idee e di interessi diversi, Berlusconi è l'unico leader attorno al quale si possono ritrovare uniti tutti coloro che credono nella libertà». Un inno all'unità che ha il sapore di un auspicio più che di un dato di fatto. E dietro quell'«alchimie di Palazzo» c'è tutto il fastidio verso chi fa dei distinguo nella sua difesa.

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