Roma - L'annuncio di Berlusconi, paventato o sperato a seconda dei punti di vista, viene rimandato. In ogni caso è tanto atteso da creare suspence perfino e soprattutto tra i parlamentari del Pdl. Poteva essere oggi l'occasione giusta, visto che era atteso a Roma per la presentazione del libro di Vespa. Ma l'evento è stato cancellato. La motivazione la dà il giornalista: «Il presidente Berlusconi mi ha chiesto di rinviare di qualche giorno la presentazione, fissata per domani. Abbiamo concordato una nuova data per mercoledì 12 dicembre». Meglio tuffarsi a Milanello e dar sostegno a El Shaarawy e compagni. In ogni caso l'ex premier oggi sarà a Roma e ha già convocato lo stato maggiore del Pdl a palazzo Grazioli, all'ora di pranzo. Uno dei temi sarà la legge elettorale: basta concessioni agli avversari, se non si trova un accordo che non avvantaggi di certo Bersani allora tanto vale tenersi il Porcellum. L'asticella quindi è ferma a un «premietto» di 50 deputati per arrivare all'accordo con il Pd. Niente di meno di questo. E chi, nel Pdl, non ci sta, è fuori.
Il Cavaliere è confuso? In molti giurano che quello che ha in mente ce l'ha chiarissimo ma sta aspettando l'occasione giusta per rompere gli indugi e spiazzare tutti. Un predellino bis? Qualcosa di simile. Sui tempi è buio pesto. Altri pidiellini lo dipingono più attendista, aspettandosi il colpo di scena dopo Natale. «Tiene tutti sulle spine e poi spariglia, come al suo solito. Prenderà tutti in contropiede, senza dare tempo agli altri di riorganizzarsi», dice un fedelissimo. Sarà.
Di certo c'è che qualcosa di grosso bolle in pentola se persino Enrico Mentana esce allo scoperto con un tweet inequivocabile: «Amatori e odiatori di Berlusconi - cinguetta il giornalista di La7 - tenetevi pronti perché secondo me dall'angolo sta preparando un colpo a sorpresa per il suo ultimo round...». È estenuante l'attesa in cui nessuno sa cosa e quando succederà di preciso. In campo c'è anche l'opzione di bruciare i tempi e mandare a casa il governo Monti in anticipo, qualora il governo non dovesse accettare l'election day. Qualcuno sottolinea che, comunque, Berlusconi voglia prima avere la certezza del fallimento del progetto di riforma del Porcellum. Un disegno non difficile da concretizzare, posto che anche a Bersani (che non lo ammetterà mai) conviene andare al voto con l'attuale sistema elettorale. L'intesa si potrebbe perfezionare sull'accordo a un premio al primo partito, affossando il cosiddetto «lodo Calderoli». D'altronde l'ex premier non ha mai nascosto di non amare il ritorno alle preferenze che ha sempre definito pericolose perché porterebbero al ripetersi dei casi Fiorito e Zambetti, i quali avevano ottenuto valanghe di voti alle Regionali. Saranno ancora i vertici dei partiti a scegliere chi mettere in lista e quindi mandare in Parlamento. Motivo per cui, anche ieri, alla Camera giravano fantomatiche liste con l'intestazione «Indispensabili».
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