L'ennesima accelerazione un primo risultato lo ottiene subito congelando il dibattito che da settimane sta consumando il Pdl dall’interno. Sia quello sulla distanza tra via dell’Umiltà e Palazzo Grazioli, sia quello sulle tensioni tra ex Forza Italia ed ex An. Il punto, però, è capire se arriverà anche al secondo e ben più decisivo obiettivo: quello di togliere a Pier Ferdinando Casini ogni pretesto per continuare a rispondere picche alla proposta di Berlusconi di «una grande alleanza dei moderati» che impedisca di «consegnare il Paese» a Bersani e Vendola. Non solo al leader dell’Udc ma anche a Fini e Montezemolo fino alla Lega.
C’è da aspettare,insomma,e capire l’effetto che fa la disponibilità del Cavaliere a fare un passo indietro in nome dell’unità del centrodestra. Per molti versi una non notizia, visto che sul punto Berlusconi insiste da tempo se già ad inizio giugno si era detto pronto a «non candidarsi e fare l’allenatore». Non notizia però rilanciata lunedì sera da Angelino Alfano ai microfoni del Tg5 , con il Cavaliere che complice anche il volo di rientro dalla Russia - sarebbe stato preso un pizzico in contropiede. Ragione, questa,per cui ieri mattina l’ex premier avrebbe deciso di metterci direttamente la faccia intervenendo a Mattino Cinque . Con qualche «correzione» di rotta: intanto nessun tono enfatico, tipico di qualunque annuncio, eppoi il far seguire alla disponibilità al passo indietro quella che è la vera notizia e cioè l’apertura al Monti bis. Non certo un dettaglio né tantomeno un caso, visto che Berlusconi è uno che i meccanismi della comunicazione li conosce alla perfezione.
Sa bene, insomma, che dire di «non escludere che possa essere Monti il leader di uno schieramento moderato » è la vera notizia della giornata.
Finito l’intervento telefonico su Canale 5, passano pochi minuti e ad Arcore il centralino diventa bollente. Tutti o quasi i big del Pdl cercano lumi e chiarimenti e il Cavaliere risponde a molti di loro. Tara i suoi ragionamenti a seconda dell’interlocutore, certo. Ma la sostanza è che oltre a ribadire la sua disponibilità ad un passo indietro in nome di una grande coalizione moderata (che, ripete nuovamente, si potrebbe chiamare Centrodestra per l’Italia) insiste sul voler ritornare allo spirito del ’94. Non genericamente, ma nel senso di voler dare vita ad un movimento il cui nome sia proprio Forza Italia. «Chi ci vuol stare ci sta e chi non gradisce si accomodi», dice a più di un interlocutore. Il punto è che secondo Berlusconi il Pdl è ormai morto e non ha alcun senso insistere nell’accanimento terapeutico.
L’ex premier, insomma, pensa che la via migliore sia quello di un eventuale spacchettamento. Con ognuno che va per la sua strada per poi correre nella stessa coalizione. Non è un caso che il confronto sulla legge elettorale si stia spostando dal premio di maggioranza al partito al premio alla coalizione. Sempre che la riforma si faccia, visto che ieri è saltato una possibile intesa tra Pdl e Pd per portare in commissione Affari costituzionali del Senato un testo comune. Una delle ragioni per cui il Cavaliere, questo confidava nelle sue telefonate, sta iniziando a pensare che alla fine si voterà con la legge attuale (magari con qualche piccolo ritocco).
È chiaro che in questo scenario - con il Pdl che dopo il Laziogate ha registrato un calo nei sondaggi - Berlusconi guardi con più interesse ad un eventuale corsa in coalizione. E - spiega un ex ministro di casa ad Arcore - essendo una persona pratica è pronto anche a fare un passo indietro pur di creare i presupposti per una vittoria. Ora,però,c’è da attendere che Casini e gli altri rimandino la palla dall’altra parte del campo.
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