Berlusconi ha vinto e lo sa. Ha salvato Alfano, delfino ma soprattutto testa del Pdl; ha salvato il governo Letta e strappato rassicurazioni su Iva, pagamento dei debiti della pubblica amministrazione anche se dovrà cedere qualcosa sull'Imu; s'è messo in scia di Napolitano, prezioso alleato nel blindare le larghe intese; ha frantumato il Pd, dimostrando che il partito di via del Nazareno ormai è in balia delle tribù; con la sua linea della responsabilità sta incassando consensi tanto che il Pdl vola: è primo partito con il 26,5%, con un punto in più rispetto al Pd (25,5%). Certo, all'orizzonte c'è la battaglia con i giudici, anche se ieri ha incassato l'archiviazione nel procedimento avviato a seguito della denuncia del gruppo L'Espresso per diffamazione, per aver detto nel 2009 che era in corso un «progetto eversivo». Il Cavaliere si presenta a Palazzo Madama per assistere al dibattito sulla mozione di sfiducia al ministro degli Interni, Alfano. Si sa già che Angelino è salvo: è il primo elemento di soddisfazione perché se non fosse stato così il suo Pdl sarebbe stato, di fatto, decapitato. L'altra faccia della vittoria è forse quella meno scontata: un Letta che blinda Alfano ma soprattutto bacchetta i suoi quando dice «Basta con lo stato di precarietà permanente. È qualcosa che non mi appartiene come il tic costante del complotto e del mito del nemico brutto, sporco e cattivo nascosto dietro gli avversari politici». Parole dolci come il miele per Berlusconi, che da mesi predica la fine della guerra civile. In aula il Cavaliere annuisce; all'uscita lo incensa con un «Sì, mi è piaciuto molto il suo discorso», rispondendo ai cronisti.
Berlusconi apprezza pure quando il premier snocciola le bandiere del Pdl: stop all'aumento dell'Iva, risoluzione del nodo esodati, accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione. Sull'Imu, invece, c'è la sensazione che il Pdl, a fronte della blindatura di Alfano, debba cedere qualcosa. Sarà difficile l'abolizione al 100% e ci si dovrà accontentare del colpo di spugna all'85% della tassa sulle prime case.
Berlusconi fa sì con la testa quando Letta chiede «un nuovo atto di fiducia al governo». È il Cavaliere che ha voluto le larghe intese; In sintonia piena con Napolitano: altro motivo di orgoglio per il Cavaliere che lo dice ai tanti senatori che lo attorniano: «Ha ragione il Colle: non c'è alternativa alle larghe intese, bisogna essere compatti, altrimenti non si risolvono i gravi problemi di cui soffre l'Italia». E ancora: «Sono stato responsabile una volta e dobbiamo continuare ad esserlo. Non possiamo cambiare linea». La figura da statista la fa lui, ora. Ai suoi, poi, confida: «Speriamo che questo clima perduri e che sia il presupposto per un giudizio sereno della Cassazione».
Il Pd, invece, è lacerato e schiavo dell'antiberlusconismo che ha contagiato pure Renzi. Un virus che sgorga dalle parole del capogruppo Zanda, durissimo con Alfano, che più volte fa scuotere la testa al Cavaliere.
E pure agli italiani visto che i sondaggi decretano il sorpasso del Pdl ai danni del Pd. Per la Swg, il Pdl è il primo partito con 26,5%, contro il 25,5% dei democratici. Per Tecnè, invece, il Pdl è al 28%, mentre il Pd, in vistoso calo, si ferma al 27,6%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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