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Berlusconi vuol tornare in tv: "In gioco una partita decisiva"

Il premier studia i format per la campagna elettorale dopo i vincoli imposti dai giudici: decido dopo Pasqua, guiderò la rimonta. La battuta sugli alfaniani: se Cesa è il nuovo...

Silvio Berlusconi a una manifestazione di Forza Italia
Silvio Berlusconi a una manifestazione di Forza Italia

Non è stato un lavoro facile come era ampiamente prevedibile. Ma alla fine la pratica delle liste elettorali si è chiusa con un Silvio Berlusconi che - al netto della due giorni di riunioni fiume a Palazzo Grazioli - è sostanzialmente soddisfatto. «Sono liste serie, competitive come avevo detto durante l'Ufficio di presidenza, con gente che ha un rapporto con il territorio e dunque anche i voti», ripete a chi ha occasione di sentirlo a tarda sera. E, in effetti, sono pochi i cosiddetti riempitivi e alcune new entry se pure non sono nomi ad effetto dal punto di vista nazionale vengono considerati discreti portatori di voti (è il caso del piemontese Alberto Cirio). D'altra parte, è il senso delle riflessioni fatte dall'ex premier, «l'obiettivo è quello di scegliere le persone più adatte a raccogliere il voto di preferenza, non certo quello di proporre nomi ad effetto». Se poi guarda agli altri partiti, Berlusconi è ancora più convinto di aver scelto la strada giusta. Ncd, per esempio. Perché se il Nuovo centrodestra si presenta con Lorenzo Cesa capolista al Sud – ironizza in privato il Cavaliere – non voglio pensare a quale sia il vecchio...

Un Berlusconi che è deciso ad essere protagonista della campagna elettorale perché, ripete ai suoi, «ci giochiamo una partita decisiva». Le elezioni europee del 25 maggio, infatti, potrebbero essere fondamentali nel modificare gli equilibri che sostengono il governo guidato da Matteo Renzi e per il Cavaliere potrebbero essere una sorta di nuova legittimazione dopo l'affidamento ai servizi sociali, soprattutto se Forza Italia terrà. L'ex premier lo sa ed è deciso a giocare la partita in prima linea. Anche se ancora non ha deciso quale sarà il format della sua campagna elettorale, soprattutto alla luce dei vincoli imposti dal tribunale di sorveglianza. È per questo che, nonostante Deborah Bergamini stia già ragionando sul come muoversi sul fronte dei media, Berlusconi ha deciso di prendere tempo. «Qualche giorno per abituarsi ad una situazione nuova», dice in privato. Perché per la prima volta il Cavaliere non potrà fare campagna elettorale gettando il cuore oltre l'ostacolo ma dovrà tenersi e mordersi la lingua soprattutto sul fronte magistratura visto che tra le prescrizioni del tribunale di sorveglianza c'è quella di evitare le esternazioni «contro l'ordinamento giudiziario». Ci sta, dunque, che Niccolò Ghedini predichi cautela e che il Cavaliere non abbia ancora deciso se partecipare ai talk show. «Ci penso fino a Pasqua», si è lasciato sfuggire in privato. Anche se chi lo conosce bene è pronto a scommettere che alla fine Berlusconi in televisione ci andrà eccome, perché è in trasmissioni come quelle di Michele Santoro che il Cavaliere recupera centinaia di migliaia di voti. Ci andrà, magari limitandosi a replicare «sono costretto ad avvalermi della facoltà di non rispondere» alle inevitabili domande su magistrati e sentenze. E, assicura il suo consigliere politico Giovanni Toti, «parteciperà anche ad alcune manifestazioni elettorali a Milano e Roma».

Oggi, intanto, tornerà a tenere una conferenza stampa dopo quasi cinque mesi. Nella sede del partito a piazza San Lorenzo in Lucina, infatti, presenterà le liste dei candidati alle elezioni europee. E lancerà la sua campagna euroscettica, proprio nel giorno successivo alla seconda bocciatura del ricorso alla Corte di Strasburgo presentato da Ana Palacio per sospendere le pene accessorie che gli impediscono di candidarsi all'Europarlamento. Berlusconi punterà tutto sul fatto che le critiche che oggi vengono mosse all'Unione europea sono le stesse che ripete da anni. «Critiche – ripete a diversi interlocutori – che hanno portato l'Ue e la Germania a chiedere e ottenere la mia testa quando ero a Palazzo Chigi.

Chi meglio di me può portare avanti questa battaglia?».

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