"Monti deve dirci con chi sta, quali scelte intende fare, cosa pensa sui diritti civili". Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in un colloquio con Repubblica, chiede più chiarezza al nuovo leader della coalizione centrista. E ha una certezza: "Non possiamo affidarci di nuovo a leader solitari".
"Non bastano un'agenda e un simbolo" per andare avanti. Serve un programma serio. E oltre a questo, Bersani chiede pure che Monti separi efficacemente "le funzioni dello Stato dall'attività del suo partito". E che - la stessa richiesta l'aveva già avanzata - venga allo scoperto su un tema cruciale come quello delle alleanze. Perché i democratici sono "aperti a una collaborazione". E soprattutto perché - parole del segretario - la situazione italiana si affronta soltanto "se le forze progressiste e di centro possono collaborare". Insomma, con il 51% "non si governa".
Il segretario del Pd ci tiene a evidenziare la differenza tra il suo partito e chi segue Mario Monti. "Questa cosa del centro - osserva - nasce nel chiuso di una stanza...è una cosa che parte già vecchia, superata. che ricorda riti superati". Nulla a che vedere "con le primarie, che il centrosinistra sta svolgendo in queste ore per la scelta delle liste".
Bersani, da Piacenza, ha poi criticato il commissario per la spending review Enrico Bondi, che Monti ha scelto per verificare i curricula dei candidati che si presenteranno sotto il suo nome. "Sta facendo - ha detto - un altro mestiere, non può farne un altro".
Immediata la risposta di Pierferdinando Casini, che ha sottolineato: "Quando Piero Grasso, procuratore nazionale Antimafia, si
candida con il Pd risponde a 'un imperativo morale'. Quando Enrico Bondi accetta di contribuire a un lavoro di accertamento sulla trasparenza delle candidature di un nuovo soggetto politico commette 'un vulnus istituzionale'".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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