Il podio

Il bianchetto di Emily Clancy, Dibba l'arabo, Guterres con la kefiah: ecco il podio dei peggiori

A Bologna bandiscono il genere dalle comunicazioni comunali. Dibba in tv difende i palestinesi e diventa l'eroe di tutto il mondo arabo. E Guterres a gamba tesa contro Israele. Ecco i peggiori della settimana

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Mentre all'Arsenal si accapigliano per la fotografia con le calciatrici "tutti bianchi", in Italia va in scena l'edizione nostrana del Festival della cancel culture. Si parte con il presidente dell'Università europea di Fiesole, Renaud Dehousse, che ha deciso di abolire la festa di Natale per ottemperare agli obblighi del Piano per l'uguaglianza etnica e razziale. Via i riferimenti cristiani, dunque. Li ha sostituiti con una celebrazione più politicamente corretta: la giornata per l'uguaglianza etnica. Niente di nuovo sotto l'albero, per carità. Non è davvero Natale se non spunta un docente universitario o una scuola di provicia che, pur di finire sotto i riflettori, si metta in testa di bandire dai nostri calendari la nascita di Gesù Cristo.

Ma, se vi sembra assurda assurda la crociata dell'Università di Fiesole, non avete sentito cosa si sono inventati nella rossa Bologna. Sotto le due torri la priorità è riscrivere la lingua italiana. Hanno, infatti, deciso di cancellare gli uomini (o meglio: la differenza di genere, maschile e femminile) da tutte le comunicazioni ufficiali del Comune. La nuova direttiva, votata dalla giunta, obbliga i dipendenti comunali a usare solo le locuzioni "esseri umani", "personale", "popolazione" con, ca va sans dire, una spolverata di asterischi e schwa qua e là. "Le parole sono importanti", ci bacchetta la vice sindacO Emily Clancy che, per questa intemerata, si becca pure il terzo posto del podio dei peggiori di questa settimana. "Anche questo è un tema importante - sentenzia - significa credere in un linguaggio in cui i cittadini e le cittadine si sentano inclusi, valorizzati nelle loro differenze già quando la pubblica amministrazione parla con loro". Nuove boldrini, crescono.

Sul secondo gradino, invece, troviamo Alessandro Di Battista, l'ex grillino giramondo oggi documentarista del Fatto Quotidiano. Nei giorni scorsi è tornano a calcare gli studi televisivi di La7 per difendere le "ragioni" del popolo palestine dopo che le belve di Hamas hanno brutalmente aggredito Israele. "Vergognatevi! Perché state in silenzio su Gaza", ha tuonato diventando, in un battibaleno, il nuovo eroe del mondo arabo. Ora che il Movimento 5 Stelle non ha sempre meno voti in Italia, Giuseppe Conte e compagnia pentastellata possono benissimo andare a raccattar consensi tra gli estremisti islamici. Non c'è che dire: Di Battista è sempre dalla parte sbagliata. Fan dei regimi in Sud America, simpatizzante dei pasdaran iraniani e, ovviamente, filorusso. Qualcuno davvero si stupisce se adesso si batte per la causa palestinese?

E, a proposito di filo palestinesi, arriviamo al primo posto del podio dove troviamo il carrozzone dell'Onu, mai tenero con Israele. Di sicuro non lo è stato il suo segretario generale, Antonio Guterres, nei giorni scorsi finito nella bufera per le sue parole sul massacro di Hamas. "Non è venuta dal nulla", ha detto. E poi ha pure rincarato: "Le recriminazioni del popolo palestinese non possono giustificare i terribili attacchi di Hamas. Questi orrendi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese". Certo, alla fine, ci ha dovuto mettere una pezza e fare retromarcia ma non è certo una novità che dal Palazzo di Vetro piovano, un giorno sì e l'altro pure, bordate contro Israele. Guterres non è certo l'unico a dare scandalo. Dopo il massacro un centinaio di professori dell'organizzazione ha gioito sui social ringraziando Hamas. "Ci ricompensa dalle ingiustizie", hanno esultato invocando la morte per tutti gli ebrei.

Quanto odio! Finche andranno avanti non si potrà mai interrompere la scia di sangue.

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