Il bivacco dei nostalgici di Montecitorio

Sala lettura e divanetti del Palazzo ogni giorno affollati da ex parlamentari che si improvvisano politologi. Caldarola: "Stanno lì per un fatto di status"

Il bivacco dei nostalgici di Montecitorio

«Non riescono a staccarsi dal Transatlantico, pensano di essere al centro del dibattito frequentando i divanetti di Montecitorio, si spacciano per politologi». Chi sono codesti? Montecitorio, un giorno qualunque, fra le centinaia di parlamentari che affollano la sala fumatori, o la sala lettura, o il Transatlantico, si scorge una categoria di politici che non dovrebbe più frequentare il Palazzo. Sono gli ex parlamentari. Una categoria che non vuole proprio staccarsi da Montecitorio. Del resto fra questi c'è chi ancora pretende il suffisso «on.» prima di pronunciare il loro cognome.

«Ma è da sempre così», ricorda col Giornale l'ex direttore de l'Unità Peppino Caldarola. «Stanno lì per un fatto di status. Ad esempio, «quando io fui parlamentare - continua Caldarola - c'era il socialdemocratico Flavio Orlandi che fin dalle 9 del mattino era a Montecitorio. Stava lì seduto, leggeva i giornali, frequentava la buvette, usufruiva del barbiere. Poi lì c'è l'aria condizionata», sbuffa Caldarola.

Ma come si articola la giornata tipo dell'ex parlamentare? Intanto, tiene a precisare un ex deputato siculo di Forza Italia, bisogna dividere la categoria in 3 sottocategorie: «Abbiamo quelli che vanno lì, penso ad uno come l'ex An Gustavo Selva, perché considerano Montecitorio come un circolo di pensionati. Le famiglie al mattino gli chiamano un taxi che li conduce alla Camera. Usufruiscono della sala lettura, sgranocchiano dei sufflì alla buvette, e poi nel pomeriggio sempre all'interno della sala lettura si addormentano. In sostanza questa, parola di parlamentare, sarebbe la «sottocategoria più genuina».

Poi, «ci sono i consiglieri regionali, o i presidenti di provincia dei territori più disparati che sono stati parlamentari e frequentano Montecitorio per poter raccontare nella città di origine di avere incontrato un ministro, o un parlamentare autorevole, che gli avrebbe promesso un investimento per il territorio di appartenenza. In sostanza questi sono i millantatori». Ma non è finita.

Si aggiunge una terza sottocategoria che, secondo i conoscitori del Transatlantico, sarebbe la più affollata. Sempre stando al racconto dell'ex parlamentare forzista, si tratta dei «trombati», ovvero coloro i quali non sono stati eletti alle recenti politiche, o non sono stati inseriti nelle liste del Porcellum. Fra questi ultimi il guinness dei primati spetta all'ex segretario generale della Cisl Sergio D'Antoni. Il nisseno non manca giorno che non varchi l'ingresso del Parlamento. Al punto che in tanti credono sia ancora parlamentare. Mazzetta di giornali sotto braccio, abito rigorosamente di sartoria, il siciliano è il re dei «super trombati». La sua giornata tipo inizia nei divanetti della sala fumatori, dove sfoglia i giornali nazionali, non mancando la lettura dei quotidiani dell'isola, su tutti il Giornale di Sicilia. Dopo un caffè alla buvette, inizia l'attività di lobbying con i vertici del Nazareno, ad esempio con «l'amico Franceschini» o con il «compagno Bersani», e a fine giornata quando in Transatlantico sono più i giornalisti che i parlamentari sciorina scenari e retroscena che condiranno le pagine dei quotidiani del giorno dopo. E in occasione della formazione del governo Letta in virtù dell'attaccamento al Palazzo D'Antoni ha sperato, o come dicono alcuni parlamentari «lemosinato», un ministero o un sottosegretariato.

Di certo l'ex sindacalista ha il primato ma non è il solo. In casa democrat la lista raggiunge le due cifre. Sono diversi gli ex parlamentari del Nazareno che considerano Montecitorio come una seconda casa. Pensiamo all'ex ministro del governo D'Alema, il siciliano Totò Cardinale, che dal 2006 ha dovuto cedere lo scranno di Montecitorio alla giovane figlia Daniela, ma di certo non ha abbandonato il Palazzo. O al plenipotenziario di Enna, l'ex senatore Vladimiro Crisafulli, che a metà pomeriggio con la camminata che lo contraddistingue adora passeggiare in Transatlantico. Per quale motivo? Non è dato sapere, anche se i suoi detrattori lasciano intendere che starebbe lavorando per ricandidarsi alle Europee del 2014.

La lista, ovviamente continua, e sfiora tutte le province dello stivale. Anna Paola Concia è fra gli altri «ex» nostalgici dei divanetti di Montecitorio, o il leghista Sebastiano Fogliato. Per non parlare di Pier Paolo Cento. L'ex verde, oggi vendoliano, fa parte addirittura dell'associazione ex Parlamentari della Repubblica presieduta dall'ex Dc Gerardo Bianco. Interpellato dal Giornale Cento arriva a giustificare gli ex parlamentari: «Io credo sia utile che chi ha svolto l'attività parlamentare continui a mantenere i rapporti con il proprio partito e con le istituzioni. Semmai il tema vero è un altro: bisogna ridare dignità al Parlamento italiano. Non seguo l'attività degli ex parlamentari ma organizzano convegni molto interessanti e danno un contributo notevole. Rappresentano una risorsa alla politica».

Non sembrerebbe. Semmai, per dirla con un attuale deputato di rito renziano, «a me fanno quasi tenerezza perché non vogliono che la stampa si dimentichi di loro, è l'idea che di non recarsi più in Transatlantico li fa star male...».

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