TorinoSono i duri del movimento No Tav gli anarchici finiti nel mirino della Digos, che ieri ha eseguito 19 provvedimenti cautelari nei confronti di esponenti legati all'area antagonista e ai centri sociali torinesi Askatasuna e Gabrio. Sono gli «inquilini» del sindaco Fassino, i «bravi ragazzi» che da anni occupano abusivamente stabili comunali per farne basi logistiche dove organizzare proteste e aggressioni. Le misure riguardano due episodi: l'aggressione ai giornalisti di Corriere Tv avvenuta a febbraio e l'irruzione a fine agosto negli uffici della Geostudio, casa madre della Geovalsusa, società che stava partecipando a una gara funzionale ad attività connesse alla realizzazione della Torino - Lione. Due gli arresti domiciliari per l'aggressione alla troupe di giornalisti, avvenuta durante un blocco dei No Tav sull'autostrada A32 nel tratto del comune di Chianocco: in manette è finito Massimo Passamani, leader anarchico di Rovereto già arrestato a fine agosto per associazione sovversiva, insieme con un altro anarchico romano. Per lo stesso episodio sono indagate anche altre sei persone, una a Roma, due a Trento, una a Como e due a Torino, dove sono state eseguite delle perquisizioni. Tutti devono rispondere dei reati di violenza privata, danneggiamento e rapina. Sono invece 7 gli arresti domiciliari, 4 i divieti di dimora a Torino e 6 gli obblighi di firma per l'episodio della Geostudio, in cui sono coinvolti per la maggioranza esponenti dei due storici centri sociali torinesi Askatasuna e Gabrio, ospitati negli stabili comunali di corso Regina Margherita e via Revello. Tra i fermati pure il leader No Tav Francesco Richetto che, ironia della sorte, è stato raggiunto dal provvedimento di divieto di dimora a Torino mentre stava viaggiando in direzione di Roma sul Frecciarossa: un treno, manco a dirlo, ad alta velocità. E all'alba di ieri i carabinieri di Susa hanno anche messo i sigilli al presidio abusivo dei No Tav in località Gravella di Chiomonte, mentre gli operai dell'Anas, scortati dalle forze dell'ordine, hanno smantellato il «punto informativo» del movimento, ovvero la struttura prefabbricata abusiva realizzata sulla strada provinciale 233, sempre nel comune di Chiomonte, su un terreno di proprietà della società.
Una prima risposta agli sgomberi, da parte dei «pacifici» No Tav, è già arrivata ieri con l'occupazione del municipio di Chiomonte. Alcuni militanti sono entrati utilizzando un ingresso riservato ai disabili, scandendo slogan contro la magistratura e contro il sindaco, Renzo Pinard, che già in passato ha subito minacce e atti intimidatori.
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