RomaLi ha uccisi lo Stato. Lo Stato ieri aveva il volto della neo presidente della Camera, Laura Boldrini. La quale, lì, a Civitanova Marche, s'è presentata vestita a lutto: nera dalla testa ai piedi. Ha voluto salutare Romeo Dionisi, Anna Maria Sopranzi e il fratello di lei Giuseppe, tre suicidi perché la burocrazia, Equitalia e un fisco criminale aveva tolto loro tutto. Perfino la speranza. Ma non la dignità. E con dignità parenti e amici dei tre morti di Stato hanno contestato la terza carica di questo Stato assassino. «Faceva meglio a non venire», ha commentato la sorella di Romeo Dionisi che venerdì scorso s'è impiccato assieme alla moglie nello sgabuzzino di casa. Civitanova è umiliata e offesa. Tre dei suoi figli sono rimasti triturati dalla violenza della crisi e dalla voracità del fisco: contributi da versare all'Inps; lavoro zero; pensione da fame; cartelle esattoriali con l'incubo pignoramento dei mobili e ganasce alla Panda; un mutuo che non si sa come estinguere. Troppo per i due coniugi che hanno deciso di andarsene insieme. Troppo il dolore del fratello della donna che s'è lasciato annegare. Civitanova li comprende e li piange.
Comprende meno il simbolo di quello Stato lontano, nemico, malvagio, bizantino, retorico, tronfio nei suoi lussi ampollosi. Scorte, macchinoni neri, formule vuote e sempre più incomprensibili. Un uomo lo ha detto chiaro e tondo alla presidente della Camera: «Boldrini, hai paura a parlare con noi? Eppure sei una marchigiana...». Natali a Macerata, la Boldrini è cresciuta nelle campagne vicino Jesi. Ma la sua terra non fa sconti: adesso è lei il simbolo della disumanità della pubblica amministrazione. Le contestazioni? La Boldrini fa finta di non vederle: «Non mi sono accorta di alcuna contestazione, né all'ingresso, né all'uscita dal comune di Civitanova - ha detto contrita - ma il primo dovere delle istituzioni è esserci, metterci la faccia, tanto più nei momenti duri». E ancora: «Ma chi sopporta il peso di queste tragedie ha tutto il diritto di esprimere come ritiene il suo dolore e la sua indignazione».
Ma la politica resta lontana, ignara del mondo reale.
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