Boldrini, la nuova “Che” del Pd

Meloni? Non è democratica. "Voglio un partito femminista"

Boldrini, la nuova “Che” del Pd
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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

PADEL? PDL? LA COSA? Il Partito Democratico è in cerca di identità. Tranquilli, ci pensa Laura Boldrini a dargliela. L’identità, si intende. L’ex presidente(ssa) della Camera dei Deputati è convinta: “il Pd deve cambiare nome, anima”. Ma basterà a risollevarlo? Difficile dirlo, ma lei ci prova. La intercettiamo fuori dalla Camera in un desolante lunedì romano.

- ASCOLTA L’INTERVISTA A LAURA BOLDRINI -

E via con l’elenco dei desiderata. “Vorrei un partito femminista, pacifista, europeista, ambientalista…” insomma una cosa nuova. Poi l’attacco ai giornalisti rei di “ridacchiare” alle spalle del Partito Democratico “irrispettosamente” dice. Laura Boldrini è un fiume in piena, ne ha anche per Giorgia Meloni, poco democratica a suo dire. Il riferimento è al partito della Premier, Fratelli d’Italia, guidato da una donna. Sola “al comando”. Sarà per questo che il Pd è ormai agonizzante se non già morto? Troppe correnti, troppe idee diverse. “È il bello della democrazia” dicono loro. Dice lei.

Ovvio, ma un partito non può certamente essere diviso all’interno sui grandi temi. Le idee, i principi, le finalità devono essere condivisi da tutti. È il minimo, altrimenti che senso ha chiamarsi comunità, partito?! Eppure, in casa Dem non è affatto così. C’è chi dice “no all’invio di armi all’Ucraina” e chi, invece, crede siano “necessarie” per poter vincere contro la Russia. Chi preferisce le centrali nucleari ai pannelli solari; chi vuole il Jobs act e chi il reddito di cittadinanza e così via… E pensare che ogni giorno da via del Nazareno partono offese contro il centrodestra per le divisioni interne nella maggioranza. Certo, ci vuole coraggio. Anche perché a destra (sono tre partiti diversi) “le diversità di vedute sono un valore aggiunto” per usare le parole di Silvio Berlusconi.

Ma cosa tiene insieme i Dem? L’amore per la Patria (ops, l’Italia) o il potere? Beh, delle due forse

la seconda. A volte bisognerebbe avere il coraggio di strappare, di fare altro. Di lottare per le proprie idee. Ma in certi ambienti, si sa, il coraggio manca. Per fortuna c’è la Boldrini, la nuova “Che” - Guevara del Pd.

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