Roma - Non si sono mai amati, ma prima era una civile convivenza. Poi è bastata una «nota» per l'occupazione dei tetti di Montecitorio, e i grillini sono partiti all'attacco. Ora un intervento in aula, e scatta la richiesta di dimissioni. Il bersaglio dei cinque stelle è una donna: Laura Boldrini, presidente della Camera. Una possibile alleanza tra Sel e transfughi del M5s sembra ora impossibile leggendo quel che della Boldrini scrive su Facebook uno dei deputati grillini più attivi nell'aula di Montecitorio, Alessandro Di Battista.
Ieri la Boldrini si è sfogata pubblicamente: va «a discapito della qualità stessa del dibattito democratico il fatto che la Camera e la sua Presidenza siano il bersaglio di una costante e strumentale opera di delegittimazione, in aula come in rete», ha scritto in una nota, ringraziando i gruppi che le hanno espresso solidarietà: «Intendo queste manifestazioni di sostegno - ha aggiunto - come indirizzate non solo e non tanto alla mia persona, ma all'Istituzione che ho l'onore di rappresentare». La vicinanza è arrivata da tutti i gruppi parlamentari, e soprattutto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ieri ha incontrato Boldrini e Pietro Grasso al Quirinale: solidarietà dal capo dello Stato per «la campagna di gravi e perfino turpi ingiurie e minacce - ha scritto Napolitano in una nota - condotta nei suoi confronti sulla rete. Si tratta di attacchi inammissibili, che non possono essere tollerati, ai principi della convivenza democratica».
Ieri a prendere di mira il nuovo obbiettivo sensibile è stato in aula il deputato Cristian Iannuzzi: «Dovrebbe essere imparziale, se non riesce a esserlo, si dimetta». L'accusa: una battuta detta in aula dalla Boldrini, nel corso del dibattito sull'omofobia. Al deputato stellato Nuti che era intervenuto per non chiedere il rinvio in commissione del provvedimento («Se non ci sono accordi tra i partiti si discute in aula») la presidente ha replicato: «Onorevole Nuti, l'assemblea ha deciso e nella casa della buona politica è l'assemblea che decide». Per i grillini intervenire dopo un deputato, dopo «un suo punto di vista», significa «influenzare l'aula».
Le polemiche contro il partito di Grillo sono corali. «Siamo indignati per un attacco continuo e strumentale che il Movimento 5 stelle le rivolge quotidianamente», ha difeso la presidente la deputata vendoliana Titti di Salvo». Una «piena e sincera solidarietà» per «l'ennesimo atto di intolleranza subito» arriva da Mara Carfagna. Non bastano le precisazioni del partito di Grillo, con Francesco d'Uva: «Il collega Iannuzzi non ha chiesto le dimissioni». Su Facebook Alessandro di Battista scrive: «La presidente, mi piange il cuore a dirlo, appare sempre più inadeguata, incompetente, nervosa, di parte e arrogante».
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