Il brindisi della Salis, gli studenti pro Pal e la Albanese: ecco il podio dei peggiori

La Salis brinda all'immunità. Gli studenti pro Pal prendono una maxi cantonata. La Albanese contro la Segre. Ecco i peggiori della settimana

Il brindisi della Salis, gli studenti pro Pal e la Albanese: ecco il podio dei peggiori
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Al terzo posto del podio dei peggiori, questa settimana, abbiamo Ilaria Salis che acciuffa l'immunità per un sol voto di scarto e, per di più, con tanto di polemica sulla pulsantiera rotta. Non staremo qui a parlarvi del processo, di Orbàn, della candidatura con Avs (pensata proprio per tirarla fuori dalle galere ungheresi) o di tutto il can-can mediatico montato dalla sinistra sul suo caso. Quello che colpisce maggiormente è il suo atteggiamento: il pugno chiuso, i festeggiamenti con tanto di brindisi e ovviamente il post sui social: "Siamo tutti antifasciste!". Sempre la solita narrazione (di comodo) della sinistra che la butta sull'antifascismo. Ma qui abbiamo solo un'europarlamentare che fino a qualche mese fa faceva l'antagonista combattendo il sistema (quello con la "s" maiuscola) e difendendo le occupazioni e che ora non disdegna i benefici di quella che alcuni chiamerebbero casta. La richiesta, poi, di celebrare il processo in Italia ci suona di propaganda. La Salis sa benissimo che non si può fare. Perché l'immunità la mette al riparo fino al 2029.

Al secondo posto gli studenti pro Pal che hanno contestato pesantemente il ministro Anna Maria Bernini. "Vergogna, vergogna", hanno urlato. E poi giù a insultare con una violenza verbale che nulla ha a che vedere con il diritto (sacrosanto) a manifestare. La libertà di espressione è un’altra cosa. Ma è un concetto difficile da spiegare a chi è contro a prescindere. Gli slogan, però, finiscono sempre per schiantarsi contro la realtà dei fatti. E la realtà è che la Bernini si trovava all'università di Siena per accogliere alcuni studenti palestinesi che potranno studiare in Italia grazie ad una borsa di studio. Il ministro ha anche provato a invitare i contestatori a seguirla per vedere come si aiuta (davvero) chi ha bisogno ma non c'è stato nulla da fare. Purtroppo certi toni violenti non stupiscono più. Alla Statale di Milano, per esempio, è stato affisso un cartello in cui si offrivano birre a due euro e sbirri morti a tre euro. La stessa ideologia violenta ha portato collettivi, centri sociali e antagonisti a scendere in piazza e celebrare il pogrom di Hamas del 7 ottobre.

Al primo posto troviamo la relatrice speciale dell'Onu per la Palestina, Francesca Albanese. Prima l’uscita di scena a La7 non appena il nostro Francesco Giubilei ha nominato Liliana Segre. "Devo andare - si è giustificata - ho un altro appuntamento". Poi, però, in un'intervista a Fanpage, pur dicendo di rispettare la senatrice a vita, ha commentato: "C’è chiaramente un condizionamento emotivo che non la rende imparziale e lucida davanti a questa cosa". E poi ancora: "Se una persona ha un tumore, non va a farsi fare la diagnosi da un sopravvissuto a quella malattia ma da un oncologo". A dir poco allucinante. Ma questa è la Albanese. La stessa da cui i pro Pal si abbeverano. La stessa che i talk show fanno a gara a invitare per attaccare il governo. La stessa che la sinistra venera al tal punto da insignirla di premi, riconoscimenti speciali, onorificenze. C'è stato addirittura chi ha consegnato le chiavi della città

La sinistra farebbe meglio a scegliersi con maggiore attenzione i propri paladini.

Chissà se, ora che un’intesa è stata trovata, questa sinistra, questi menestrelli del pacifismo, ammetteranno che gran parte del merito (se non tutto) ce l'ha Trump. Che la Meloni ha fatto bene a scommettere sul tycoon come pacificatore. E, al contrario, che le flotille, le piazze violente, gli scioperi non sono serviti a nulla.

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