Elezioni Amministrative

A Brindisi vince Marchionna, sconfitto il centrosinistra a guida M5S

Il centrosinistra perde anche a Brindisi dove il candidato era espressione del M5S. Ennesima sconfitta dopo quelle subite a Latina nel primo turno e quella va a profilarsi a Pisa

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A Brindisi si profila una vittoria netta del centrodestra guidato dall'indipendente Giuseppe Marchionna che si attesta al 54% dei consensi. Il suo sfidante, il grillino Roberto Fusco, che guida la coalizione di centrosinistra, si ferma al 46%.

Nel capoluogo pugliese, governato nell'ultimo quinquiennio dal centrosinistra, il centrodestra si era presentato unito sin dal primo turno che si concluse con Marchionna avanti col 44%, seguito da Fusco col 33%. Il centrosinistra, invece, si era presentato diviso perché il Pd aveva rotto l'alleanza col sindaco uscente Riccardo Rossi che, al primo turno, si è ripresentato sostenuto da Alleanza Verdi-Sinistra Italiana ottenendo il 10% dei consensi. Sempre a sinistra si era presentato il civico Pasquale Luperti che si era fermato al terzo posto col 12,5% dei voti. Brindisi, inoltre, era l'unico comune capoluogo in cui il candidato sindaco del centrosinistra, Fusco, era espressione del M5S. Candidato che, evidentemente non è riuscito a unire il campo progressista per affrontare la sfida del ballottaggio tant'è vero che non era stato stilato nessun apparentamento. Marchionna, invece, riporta il centrodestra unito alla vittoria dopo 14 anni quando l'ex aennio Domenico Menniti riuscì a bissare il suo secondo mandato, sostenuto da tutta la coalizione. Tra il 2016 e il 2018, invece, sindaco di Brindisi fu l'allora fittiana Angela Carlucci.

Quella di Fusco è l'ennesima sconfitta del centrosinistra allargato al M5S, dopo quelle già subita al primo turno a Latina e dopo quelle che si sta profilando a Pisa. L'unico capoluogo dove i 'giallorossi' sono stati vincenti è Teramo dove due settimane fa è stato riconfermato il sindaco uscente Gianguido D'Alberto. Un brutto segnale per la segretaria del Pd, Elly Schlein, che durante la sua campagna congressuale, aveva puntato tutto proprio sull'alleanza con i Cinquestelle. Al termine del turno di ballottaggio è ormai chiaro che il cosiddetto 'effetto Schlein' probabilmente non c'è mai stato. L'ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, finora, è riuscita soltanto a riconquistare i punti percentuali "virtuali" che i sondaggi attribuivano al M5S nei mesi in cui il Pd era senza guida perché impegnato nel fare le sue primarie interne. Dopo la sconfitta alle Regionali in Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Lazio, le uniche vittorie del Pd targato Schlein sono quelle di Udine, Teramo, Brescia e Vicenza.

Un bottino molto misero soprattutto se accompagnato dalla sconfitta di Ancona e dei tre capoluoghi toscani che il Pd sperava di recuperare.

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