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L'ennesimo sfregio alle foibe: così hanno ridotto la corona dei martiri

A Chieti è stata messa a fuoco la corona di alloro in ricordo delle vittime delle foibe. Lega: "Gesto vile". FdI: "C'è chi rimane aggrappato all'odio ideologico"

L'ennesimo sfregio alle foibe: così hanno ridotto la corona dei martiri

Ancora oggi qualcuno ritiene che ci siano morti di Serie A e morti di Serie B, pensando così di compiere un gesto che mortifica chi ha perso la vita durante un periodo del passato che ha segnato in maniera negativa la storia. A Chieti è stata bruciata la corona di alloro, posta lo scorso 10 febbraio, in ricordo delle vittime delle foibe: l'azione di assoluto disprezzo tra l'altro è avvenuta nel largo che porta il nome della tragedia e di Norma Cossetto, la studentessa istriana uccisa dai partigiani jugoslavi.

L'atto vandalico è avvenuto presumibilmente nelle prime ore dell'alba di ieri. Allo stato attuale non sono ancora noti gli autori del gesto, ma sono ben visibili sul posto le tracce della corona bruciata. A dare rilievo a quanto accaduto è stato il gruppo della Lega di Chieti, che ha condannato il "vile gesto" e ha espresso amarezza perché la vicenda testimonia come "ci siano in giro ancora pregiudizi discriminatori nei confronti di luttuose stragi che hanno colpito l'umanità intera e le comunità Italiane dell'Istria e della Dalmazia".

Dal Carroccio teatino fanno notare che gli autori di un episodio del genere affrontano "la propria misera vita senza il rispetto della storia d'Italia, delle vittime della guerra e sono privi di senso civico". Sulla questione si è registrata la reazione anche di Roberto Miscia, consigliere comunale di Chieti in quota Fratelli d'Italia: "Esistono ancora dei vili imbecilli che provano ad infangare la storia di migliaia di italiani infoibati con queste azioni, rimanendo aggrappati all'unica cosa che li mantiene in vita, l'odio ideologico".

Per il sindaco Diego Ferrara è da considerare "esecrabile" ogni atto contro un monumento dedicato a un fatto che ha colpito il Paese. Il primo cittadino, invitando a un maggiore rispetto per la memoria collettiva, ha espresso solidarietà al comitato 10 Febbraio che cura la memoria delle foibe e ha criticato il fatto: "Si tratta di un brutto gesto, anche qualora l'episodio dovesse essere derubricato ad atto vandalico".

Per fortuna è stata risparmiata la targa per Norma Cossetto. Risulta leggermente annerito il palo su cui sono presenti due targhe: una riguarda l'intitolazione di "Largo martirti della foibe" in ricordo delle vittime italiane di Tito e dell'esodo giuliano-dalmata; l'altra è sulla medaglia d'oro al valore civile per la studentessa italiana barbaramente uccisa nel 1943.

Non è la prima volta che l'area dedicata ai martiri delle foibe a Chieti viene presa di mira. Eppure si tratta di un luogo che svolge un ruolo importante: il ricordo delle atrocità del passato. Sarebbe necessario riflettere per far sì che tutto ciò non si ripeta mai più, ma c'è chi continua a bersagliare l'area probabilmente accecato dall'odio e dalla violenza.

In tal modo non solo si imbrattano e si degradano i monumenti pubblici, ma si finisce anche (e soprattutto) per umiliare l'onore delle vittime.

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