Budelli e quel regalino all'ex ministro verde

Lo Stato riacquista l'isola sarda per 3 milioni. La fondazione di Pecoraro Scanio piazza un servizio fotografico all'Ente parco: 11mila euro

Budelli e quel regalino all'ex ministro verde

Per 3 milioni di euro nella legge di Stabilità ci siamo riacquistati l'isola di Budelli in Sardegna, che da centocinquant'anni era di proprietà privata come altre isole dell'arcipelago della Maddalena. Il mondo ambientalista si è spaccato, con i partiti ecologisti (i Verdi ma anche Sel e M5S) in prima linea per la statalizzazione di Budelli e invece Legambiente contraria («Uno spreco di risorse pubbliche») insieme al Fai («Un privato può garantire fondi per la salvaguardia paesaggistica che non sempre lo Stato pubblico è in grado di assicurare»). Tra più attivi, nella prima fazione, c'è il redivivo Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell'Ambiente nel governo Prodi, poi scomparso sotto le soglie di sbarramento e inghiottito dalle scissioni nel micropartito del Sole che ride (poco).
Adesso Pecoraro Scanio è presidente di una fondazione, Univerde la cui missione è «diffondere la cultura ecologista». Con convegni, mostre e anche fotografie. E qui la storia si intreccia col riacquisto pubblico di Budelli, con una tempistica notevole. Perché, segnala Dagospia, a poche ore dall'approvazione della legge di Stabilità, che contiene l'acquisto pubblico per 3 milioni di euro dei diritti di prelazione sull'isola (già opzionata da un miliardario neozelandese), l'Ente parco Arcipelago della Maddalena ha deciso che non poteva fare a meno di 16 fotografie provenienti dal concorso «Obiettivo terra» e proprietà di due soggetti: la Società geografica, e la Fondazione Univerde. Cioè quella presieduta da Alfonso Pecoraro Scanio, che si è battuto come un leone per far comprare allo Stato italiano l'isola di Budelli. «La prelazione è una vittoria per l'ambiente e la dignità nazionale» esulta l'ex ministro prodiano. Che ha ottenuto anche un altro risultato notevole. Piazzare le foto di un concorso che si è chiuso ad aprile. Otto mesi fa.
Esultano anche i grillini, per nulla Legambiente che chiedeva di destinare i 3 milioni pubblici agli alluvionati di Sardegna. «Budelli - scrive in una nota l'associazione ecologista -, privata dalla metà del 1800, è passata di mano in mano rimanendo intatta e potendo vantare ancora oggi il ruolo simbolico che le viene riconosciuto nell'arcipelago non in virtù di una proprietà pubblica, ma in forza di norme e vincoli che, a tutti i livelli, hanno sinora difeso in maniera efficace un interesse pubblico anche a fronte della proprietà privata. Tutte le isole dell'arcipelago, non solo Budelli sono private, ma senza problemi di salvaguardia in quanto è previsto il vincolo di totale inedificabilità assoluta».
In passato l'isola è stata proprietà di una società milanese, Gallura Immobiliare, e di Vittorio Peer, avvocato svizzero. Poi ad ottobre l'imprenditore neozelandese Michael Hart, Ceo di Commonwealth Bank of Australia, si era aggiudicata l'isola all'asta per 2,94 milioni di euro, ma con la possibilità dello Stato di esercitare il diritto di prelazione fino alla fine del 2013, cosa poi avvenuta con la manovra.

Non un costruttore o uno speculatore, ma un finanziere che si era impegnato a «non toccare neppure un sasso» sull'isola famosa per le spiagge rose, peraltro già vincolate da severe norme. Non aveva fatto i conti con Pecoraro Scanio. E con le sue foto.

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