Budelli rischia l'asta L'ultimo regalo del Prof agli stranieri

Da togliere il fiato. Un posto magico, quasi alieno, da visitare in punta di piedi. È l'isola protetta di Budelli, in Sardegna, che ospita nel suo minuscolo chilometro e mezzo di superficie la celebre «spiaggia rosa» (formata dallo sbriciolamento di milioni di gusci di animali marini rosacei), immortalata anche nel film del 1964 Deserto rosso di Michelangelo Antonioni. Parte, assieme alle altre isole, del Parco nazionale dell'arcipelago della Maddalena. Adesso questa meraviglia di Dio potrebbe finire all'asta, in bocca agli speculatori.
Lo Stato, infatti, non la vuole. Il ministero dell'Ambiente e, fra parentesi, della tutela del territorio e del mare, non è rimasto estasiato da tanta sterminata bellezza e non ha mosso un dito per salvarla. Forse il tecnico ministro, Corrado Clini, in altre faccende affaccendato, ha perso la bussola e non si è accorto che la sua barca si sta pericolosamente avvicinando agli scogli.
Nei giorni scorsi è stata depositata la perizia che ha dato un valore all'isola: tre minuscoli milioni di euro. Questo sarebbe il prezzo per acquistare un sogno tutto italiano. Se lo Stato non la comprasse, nei prossimi mesi potrebbe venir messa all'asta dal giudice delle esecuzioni immobiliari del Tribunale di Tempio Pausania. Un pasticcio.
L'isola, infatti, è da tempo sprofondata in una vicenda fallimentare che vede, da una parte, una società milanese, attuale proprietaria di quell'angolo di paradiso e, dall'altra, un immobiliarista di Olbia che insieme al vecchio custode (unico abitante di quel fazzoletto di terra in mezzo al mare) hanno richiesto, e ottenuto, la perizia, passaggio obbligatorio per mettere l'isola all'asta.
C'è solo un modo ora per far saltare tutto in aria. Il governo, ovvero il ministero dell'Ambiente, deve far prevalere il diritto di prelazione, visto che Budelli è inserita all'interno di un sito di interesse comunitario del Parco marino internazionale delle Bocche di Bonifacio.
Insomma, un'altro regalino lasciato in eredità da Monti&Co. Con un Clini affondato dalla Concordia e stritolato dall'Ilva, che non ha avuto tempo per certe quisquilie. Grave errore.

Il nostro mare, il nostro territorio e le nostre spiagge sono il simbolo dell'identità italiana e il motore dell'economia. O almeno dovrebbe essere così. Un altro gioiello rischia ora di essere saccheggiato da speculatori stranieri. O, peggio, rimpallato da un nuovo governo a un altro.

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