Cronache

C'è un mondo che rifiuta gli under 10

Pasticcerie, ristoranti e persino voli aerei vietati per i piccoli a tutela della quiete degli adulti

C'è un mondo che rifiuta gli under 10

Genitori o non genitori? Se qualcuno ci facesse questa domanda, sul prato di un villaggio turistico, penseremmo a un lapsus. «Fumatori o non fumatori?», avrà voluto dire la receptionist. E invece no: perché la «no kids policy» (politica anti-figli), già diffusa all'estero, sta contagiando il Belpaese. Niente bambini al seguito: Sirani Bagnolo Mella (pasticceria e pizzeria di Brescia) è il primo locale italiano a sposare questa campagna, bandendo gli under 10 dopo le nove di sera. Noto per i piatti e l'ambiente raffinati, il locale è bombardato dalle critiche online, ma i titolari, che applicano questo regime da sette anni, ribattono con sicurezza: «C'erano troppe lamentele e adesso funziona tutto benissimo». Non sono gli unici, in Italia. A Capri - perciò, nel cuore di un Sud ancora affollato da grandi famiglie - la filosofia no-kids cavalca il turismo: l'hotel «La Scalinatella» è off limits per i bambini. Così pure l'Antico Casale di San Gimignano e Palazzo Hedone, a Scicli (provincia di Ragusa). Luoghi che condividono l'extra-lusso, atmosfere, panorami, stili soffusi nei quali l'aura naïf e imprevedibile di un bimbo stona - evidentemente - come un pugno nell'occhio. Finché all'ingresso c'è fila, i clienti sono d'accordo. Scelte di vita o condizioni temporanee, quelle di questi clienti, che, secondo un'indagine di Ryanair, sarebbero disposti a pagare un sovrapprezzo sui biglietti, purché in aereo non ci fossero vagiti, strepiti, interrogatori no-stop, ronzii tipici dei bambini.

Almeno il 50% degli intervistati dalla compagnia low-cost avrebbe accordato questa preferenza. Anche in aereo, dunque, si starebbe più tranquilli senza cuccioli umani a cui badare: ecco perché la Thomas Cook Airlines (Regno Unito) ha già organizzato due voli a settimana per Creta e Gran Canaria completamente «childfree» (senza bambini). Non sono due mete a caso: sia l'una sia l'altra tappa turistica sono ricche di locali in cui all'entrata ci esorteranno a non portare bambini. Ancora in volo, la National Transportation Safety Board (agenzia americana deputata alla sicurezza nelle tratte aeree) ha consigliato una norma nuova per la Federal Aviation Administration: «Un posto, un passeggero», ovvero scordiamoci dei frugoletti accavallati sui genitori. Tanto vale lasciarli a casa dei nonni, piuttosto. Una tendenza sempre più diffusa, insomma, che fa da contro-ondata a tutto il turismo children-friendly, o addirittura sempre più attrezzato per i genitori single, che si espande parallelamente in Europa. Il 24% delle donne nate nel 1965 (prossime dunque ai 49 anni) non ha avuto figli, secondo l'Ocse. E chi li ha avuti, qualche volta, può stilare decine di motivi per pensarci due volte: e infine desistere. È Corinne Maier, scrittrice e psicanalista francese, che, nel best-seller No Kid, Quaranta ragioni per non avere figli (Bompiani), spiega quali conflitti attraversino uomini e donne di oggi (sesso femminile soprattutto) di fronte alla vita da genitori. E quanto si possa essere felici, inconfessabilmente felici, anche senza la maternità. «I figli costano e uccidono il desiderio» provoca l'autrice; e il libro dilagava sul mercato nel 2007, prima che la crisi economica travolgesse le coppie dubbiose, insabbiando una volta per tutte il «must» della procreazione, quell'attestato di normalità, di successo sessuale, quella patente da adulti responsabili che, in moltissimi, vorrebbero affiggere all'ingresso di casa. Fiocco rosa o azzurro che sia. Perché sia sempre una condizione e un atto d'amore, circondarsi di creature che prima non c'erano.

Ma che non si giudichino senza coraggio, senza vita e senza amore, i luoghi in cui non ci sono.

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