Politica

Calderoli-Kyenge, si infiamma la polemica

Si infiamma il caso Calderoli-Kyenge. Letta avverte Maroni: "Con lui lavoro all'Expo, risolva o è scontro totale". Il leader del Carroccio: "Caso chiuso"

Calderoli-Kyenge, si infiamma la polemica

Non si placano gli animi su Cécile Kyenge e le frasi di Roberto Calderoli. Il vicepresidente del Senato ieri ha definito il ministro simile a "un orango", scatenando un vespaio di polemiche, al punto che in molti hanno chiesto le dimissioni del senatore.

Il mondo politico si divide tra chi, come Cicchitto, condanna le frasi di Calderoli e chi sostiene che la vicenda è stata strumentalizzata. "Le dimissioni non le richiedo io. Questo non è un punto che mi riguarda", ha precisato questa mattina la Kyenge, sottolineando che è necessaria "una riflessione sul ruolo di chi riveste una carica pubblica".

"Dobbiamo far passare dei messaggi che non istigano a odio e violenza. Sicuramente non sarà il mio compito di rispondere alla violenza con la violenza. Il mio compito è quello di dare una guida ai nostri giovani, all’Italia, perchè l’Italia non è razzista e chi vuole soffocare questa parte dell’Italia non razzista farà fatica a farlo", ha aggiunto il ministro a Pescara per la Carovana della libera circolazione.

A chiedere le dimissioni è invece il Partito democratico. "Adesso basta. Non si può lasciare spazio al razzismo, all’insulto, all’istigazione dei peggiori istinti. Non si tratta di chiedere scusa o di smentire battute. Non si può tergiversare o minimizzare", sostiene il Pd secondo cui le parole di Calderoli sono una manifestazione di irresponsabilità". "Non si può lasciare che resti al proprio posto di rappresentante delle istituzioni chi usa le parole come clave per fomentare il razzismo e dileggiare una donna e un ministro", ingiunge.

Le alte cariche istituzionali, intanto, si schierano con il ministro. Quando questa mattina il segretario della Cgil Milano ha parlato di "vero razzismo" da parte di Calderoli che "farebbe bene a dimettersi", anche Laura Boldrini - presente al convegno - ha applaudito. Per la presidente della Camera, le parole del senatore leghista creano "grande imbarazzo soprattutto per l’immagine che dà dell’Italia: fa male al Paese". Dal canto suo, Pietro Grasso ha ricordato che le dimissioni possono essere solo volontarie. "Non ci si può rifugiare dietro i comizi per nascondere quelle che sono certamente delle aggressioni verbali di tipo razzista, e questo è un dato di fatto", ha commentato il presidente del Senato.

Se la prende invece con il Quirinale, Matteo Salvini, che su Facebook scrive: "Io mi indigno con chi si indigna. Napolitano, taci che è meglio. Napolitano si indigna per una battuta di Calderoli. Ma Napolitano si indignò quando la Fornero, col voto di Pd e Pdl, rovinò milioni di pensionati e lavoratori?". E a chi gli fa notare il tono offensivo, l'eurodeputato del Carroccio replica: "Stiamo parlando di Gesù Cristo? No, stiamo parlando di un essere umano che fa il presidente della Repubblica bene in alcuni casi, molto male in altri casi, l’abbiamo pure votato come Lega contro tutto e contro tutti", ha detto a SkyTg24, "Io non difendo una battuta sicuramente infelice, sicuramente inutile, però adesso che diventi il caso di Stato, che sui giornali di oggi sia la prima notizia, quando in Lombardia chiudono venti aziende al giorno, quando rischiamo di finire a gambe all’aria, quando i pensionati non ce la fanno, mi sembra una barzelletta. Che il presidente Napolitano si indignasse per la situazione del lavoro e delle pensioni".

"Una pagina vergognosa - dice il presidente del Consiglio Enrico Letta - faccio un appello a Maroni perché chiuda rapidissimamente questa pagina, sennò si entrerà in una logica di scontro totale che non serve né a lui né al paese". Il premier ha poi lanciato un vero e proprio ultimatum al segretario della Lega: "Quello che sta succedendo è un'altra pagina vergognosa nel nostro paese su questi temi, l'Italia oggi è presente sulla stampa estera per questa vicenda: è una vergogna che fa male all'Italia. Faccio appello a Maroni presidente della più grande regione italiana con la quale stiamo lavorando per l'Expo, perché chiuda questa pagina velocemente. Se non la chiude si entra in una logica di scontro totale".

Al momento però dalla Lega la posizione è chiara: difende Roberto Calderoli e rilancia la sua battaglia contro l’immigrazione clandestina. "Si è riunita questo pomeriggio nella sede di via Bellerio la segreteria Politica Federale che, dopo aver preso atto delle scuse pronunciate pubblicamente da Roberto Calderoli sul caso Kyenge, ha rilanciato la battaglia politica della Lega Nord sul tema del contrasto all’immigrazione clandestina e della difesa della legalità", si legge in una nota di via Bellerio. La segretaria politica della Lega "ha considerato che l’enfasi mediatica attribuita alle vicende delle dichiarazioni del senatore Calderoli ha avuto l’effetto di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla vicenda incredibile e scandalosa della deportazione della piccola Adua in Kazakistan".

Il segretario Maroni ha precisato su Facebook: "Calderoli ha sbagliato, la Lega contrasta le proposte che non condivide, ma non si devono mai insultare le persone. Calderoli stesso ha riconosciuto l’errore e si è scusato, sia pubblicamente che personalmente con la ministra Kyenge.

Ora però basta alimentare polemiche e strumentalizzazioni, utili forse a coprire il rumore di altre questioni che vedono il governo direttamente coinvolto".

Commenti