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"Senza Renzi, fallirà". Il sondaggista sotterra Calenda

Carlo Buttaroni, presidente dell'Istituto Tecné, spiega perché il Terzo Polo sia fallito e quale sarà il futuro di Carlo Calenda

"Senza Renzi, fallirà". Il sondaggista sotterra Calenda

"Il centro è un’opzione politica difficile da interpretare per gli elettori". Il sondaggista Carlo Buttaroni, presidente dell'Istituto Tecné, spiega perché il Terzo Polo sia irrealizzabile in Italia.

Qual è stato l’errore più grande di Carlo Calenda?

“Posizionarsi in un luogo fisico, pensando che fosse un luogo politico. Pensare che vi sia un centro equidistante sia al centrosinistra sia al centrodestra è un qualcosa che non esiste perché, dopo la fine della Prima Repubblica, siamo entrati in un sistema bipolare. Persino la nascita del M5S aveva un senso bipolare perché era un partito antisistema. Ora, oltretutto, Calenda viene da un’esperienza di stampo liberaldemocratico che, per vocazione e cultura politica, è sempre stata più dialogante con la sinistra. Renzi, invece, ha un profilo di stampo più popolare, moderato e centrista”.

Calenda rischia di schiantarsi?

“Il progetto del Terzo Polo sta in piedi se Renzi e Calenda decidono di proseguire insieme. Calenda da solo è destinato a fallire. Potrebbe avere anche le carte in regola per andare avanti, ma in solitaria sarebbe un progetto destinato a collocarsi in maniera indissolubile nel centrosinistra. Non può più essere un punto di mediazione”.

Qualora saltasse l’idea del Terzo Polo, quale spazio politico avrebbe Calenda a sinistra, visto e considerato che Schlein guarda più al M5S che ai centristi?

“Certo, lo spazio è molto angusto perché, quando c’è una campagna elettorale, c’è la propensione a inasprire i contrasti e i conflitti. E l’ultima campagna elettorale è stata molto divisiva per Calenda e il Pd e viceversa. Il centrosinistra, però, è un cantiere aperto, ossia un’area non ancora delimitata. Inoltre, anche l’elettorato di Azione tende a guardare più a sinistra. Renzi, invece, ha una cultura politica centrista e vicina al cattolicesimo democratico che si rifà a leader come Fanfani o altri leader storici della Dc".

Ma Calenda, senza Renzi, in termini percentuali a quanto può arrivare?

"Può arrivare anche al 5-6%, ma il punto è capire che traiettoria sta prendendo. Diciamo che, se salta il Terzo Polo, tra Renzi e Calenda, due persone con caratteri contrastanti tanto che il loro più che un matrimonio era una coabitazione".

Ma, in caso di ricomposizione tra i due, il Terzo Polo può ancora sperare ad arrivare alla doppia cifra oppure il progetto centrista è definitivamente fallito?

"Abbiamo vissuto separazioni e ricomposizioni ben più drammatiche di queste. Non mi stupirebbe se superassero questa crisi e se la coabitazione diventasse un matrimonio. Il raggiungimento del 10% dipende dalla scelte che faranno Renzi e Calenda. In Italia, le vie di mezzo non hanno mai avuto un grande respiro sul lungo termine. La politica italiana è molto orientata verso un sistema bipolare tant’è vero che alle amministrative centrodestra e centrosinistra raccolgono il maggior consenso, mentre il M5S e i centristi non hanno spazio".

Per Calenda, quindi, l’unica speranza è quella di essere accolto di nuovo dal centrosinistra?

“Sì, un Calenda che si colloca a sinistra forse ha qualche carta da giocare perché quel campo è un cantiere aperto e può puntare a rappresentare l’ala riformista del centrosinistra.

Ma deve schierarsi”.

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