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La candidata Iv imputata per ricatti hot. E Bianchi non molla il Parco nazionale

La Sisti imbarazza il Terzo Polo. Il doppio ruolo del volto M5s

La candidata Iv imputata per ricatti hot. E Bianchi non molla il Parco nazionale

Depositate le liste per le regionali escono come da prassi candidati imbarazzanti, trombati e riciclati di ordinanza. Nella prima categoria, in quota Iv-Terzo polo in Lazio, si segnala Gabriella Sisti. Segni particolari: un processo in corso per tentato attentato contro i diritti politici del cittadino e ricettazione. Quando era candidata a sindaco di Ciampino (non eletta) per l'Udc (oggi è di Italia Viva) avrebbe cercato di screditare l'avversaria di centrodestra Daniela Ballico (poi eletta), costruendo un dossier a luci rosse da far circolare tra i big del centro destra, come il leader della Lega Matteo Salvini e il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, per screditarla. Una serie di foto intime ottenute, con l'aiuto del marito e di un esponente locale dell'Udc, impadronendosi del cellulare di un collaboratore della Ballico e anche del suo computer personale. La candidata del centrodestra denuncia tutti, vengono rinviati a giudizio, e la Sisti dovrà affrontare la prossima udienza il 24 marzo, circa un mese dopo le elezioni in cui si punta a diventare consigliere regionale. Sempre nel Lazio ma in campo M5s invece la questione riguarda gli incarichi di Donatella Bianchi, candidata presidente dei grillini insieme ad una lista di sinistra-ambientalista. La Bianchi è al momento ancora una dipendente della Rai, conduttrice del programma Linea Blu, ma presentando ufficialmente la sua candidatura ha annunciato che nelle prossime ore si metterà in aspettativa dalla tv di Stato, aggiungendo «poi non so cosa deciderò di fare al 14 febbraio». Gli stessi vertici del M5s sono convinti che tra fare il consigliere regionale del Lazio e avere un suo programma in Rai, la Bianchi sceglierà senza dubbio la seconda opzione e quindi si dimetterà una volta persa la corsa alla presidenza. Ma il punto al momento è un altro, e non riguarda l'incarico in Rai ma quello alla presidenza del Parco nazionale delle Cinque Terre in Liguria. Regione guidata da una maggioranza di centrodestra che ha subito chiesto le dimissioni della candidata di Conte dalla poltrona in Liguria. Ma in difesa della Bianchi, oltre ovviamente al M5s ligure, è arrivato anche il Pd. La responsabile parchi del Pd ligure, nonchè sindaco di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia: «Donatella Bianchi ha il privilegio di presiedere il Parco più importante a livello nazionale, mi aspetto che continui il suo percorso con determinazione. La sua scelta politica di candidarsi in Lazio non pregiudica questo percorso» dice la dirigente Pd. Ma la Regione resta di parere opposto.

«È evidente - ribatte l'assessore regionale ligure all'Ambiente Giacomo Giampedrone - che la sua candidatura politica contrasta con l'indispensabile garanzia di imparzialità propria del presidente di un Ente Parco nazionale, che deve rimanere super partes per il bene del territorio oltre che a garanzia del ministro dell'Ambiente da cui, di fatto, questo suo incarico dipende. Serve un passo indietro»

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