Caos nel Movimento 5 Stelle, tra critiche e retromarce

Alla vigilia dell'assemblea che deciderà sull'espulsione della Gambaro, alcuni senatori smentiscono l'ipotesi di scissione. Ma fino a ieri lanciavano frecciate al loro leader

Caos nel Movimento 5 Stelle, tra critiche e retromarce

Dissidenti, pontieri, fedelissimi. Accuse, dietrofront, smentite. E poi il processo alla senatrice Adele Gambaro che si terrà domani e che potrebbe allargare una crepa già presente. Il Movimento 5 Stelle è una galassia in fermento che rischia di scoppiare. E nonostante l'ultimo post di fuoco di Beppe Grillo ("La stampa fa schifo") e la smentita dei dodici senatori in merito a una paventata fuoriuscita dal gruppo, la tensione è alta.

E pensare che fino a ieri, alcuni di questi senatori che adesso smentiscono "personalmente" di volere andare via, esprimevano critiche nei confronti del loro leader, minacciando un'uscita di massa nel caso in cui fosse passata la linea dura nei confronti della Gambaro. Insomma, adesso i grillini provano a dare un segno di unità. Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, invita a "rimanere uniti"; il senatore Mario Michele Giarrusso smentisce di voler uscire dal gruppo, così come Alessandra Bencini, Rosetta Blundo, Elisa Bulgarelli, Francesco Campanella, Monica Casaletto, Cristina De Pietro, Paola De Pin, Serenella Fucksia, Mario Giarrusso, Barbara Lezzi, Michela Montevecchi, Ivana Simeoni.

Alcuni di loro, fino a 24 ore fa, rilasciavano dichiarazioni quantomeno dubbiose. La senatrice Serenella Fucksia si schierava apertamente con Adele Gambaro: "A quanto mi risulta siamo tutti con lei, il gruppo al Senato è unito, ed è formato da persone fantastiche. Magari alla Camera sono più giovani e gli piace fare strani giochetti. Tra noi e loro c’è un problema di comunicazione". Alessandra Bencini si chiedeva: "La libertà di parola c’è ancora, no? Il fatto che l’Adele abbia parlato ai media non significa che si sia messa fuori dal gruppo. Avrei preferito che anche Grillo venisse a parlare al gruppo invece di scrivere sul blog. Ha fatto come la Gambaro, no?". Lo stesso pensava ieri il senatore Fabrizio Bocchino: "Io non voto per l’espulsione di nessuno. Per principio. La linea politica del movimento non la decidono i post di Grillo". E gli faceva eco il senatore Lorenzo Battista: "Se la cacciano, me ne vado anch’io. Introduciamo nel nostro codice di comportamento il reato di parlare male di Grillo. Dai, ora stiamo davvero esagerando". Critiche sopite nel giro di un giorno? Chi lo sa.

Fatto sta che, mentre ieri i grillini iniziavano a esternare i loro malcontenti, si faceva sempre più strada l'ipotesi di una sorta di ribaltone, non suffragato dai numeri però, perché la quota di 35 senatori grillini in forza al Pd non sarebbe bastata per raggiungere la maggioranza al Senato. Un calcolo matematico alla luce della retromarcia? Al netto delle dietrologie, c'è ancora chi continua nell'opera di corteggiamento: da Pier Ferdinando Casini ad Antonio Ingroia, passando per l'espulso Antonio Venturino, vice presidente vicario dell'Assemblea Regionale Siciliana, che, dopo aver lanciato il suo nuovo movimento, ha rivolto un appello ai suoi ex compagni affinché si schierassero con lui, snobbando invece il Pd.

Nella giornata di domani si capirà qualcosa in più sul destino della Gambaro. Così come, martedì prossimo, si capirà quanto sia davvero unito il Movimento in occasione della manifestazione a sostegno di Grillo davanti a Montecitorio.

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