Case e capannoni tartassati costano 10 miliardi in più

RomaCinquantadue miliardi di tasse. Il prelievo fiscale sugli immobili nel 2014 aumenterà di circa 3 miliardi rispetto all'anno scorso sfondando il tetto dei 50 miliardi di ero. È quanto ha calcolato la Cgia di Mestre sulla base dei dati Istat, del ministero dell'Economia e dei suoi dipartimenti e agenzie.
La casa è il mezzo principale che consente allo Stato di fare cassa. Nel periodo 2007-2014, cioè da quando è iniziata la crisi, il prelievo legato al possesso dell'immobile è aumentato del 78 per cento. Merito dell'Imu e della Tasi che alleggerirà le tasche di coloro che detengono una seconda oppure una terza abitazione e, soprattutto, su chi ha un immobile a uso produttivo. Negli ultimi otto anni, ad esempio, le imposte sui rifiuti sono aumentate del 66% passando da 4,6 a circa 7,7 miliardi di euro. L'accoppiata Imu/Ici, invece, ha segnato un balzo del 53% da 12,7 a 19,5 miliardi.
«In questi anni - commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - il prelievo legato alla redditività degli immobili (la tassazione dei redditi prodotti da questo tipo di attivi; ndr) è rimasto praticamente invariato, mentre quello riferito ai trasferimenti di proprietà è addirittura calato del 23% a causa della crisi che ha colpito il settore immobiliare». Tutto il peso dell'imposizione si è così spostato sul possesso: tant'è vero che quest'anno i contribuenti pagheranno circa 31 miliardi tra Imu, Tasi (3,7 miliardi il gettito stimato) e prelievo sui rifiuti (7,7 miliardi).
Anche analizzando le singole voci si nota come, in realtà, lo spostamento del carico e l'abbassamento di alcune aliquote sortiscano praticamente un effetto nullo. Ad esempio, la deduzione forfettaria sugli affitti è calata dal 15 al 5% e questo produrrà un aumento di gettito Irpef di 365 milioni. Idem per le abitazioni non locate situate nello stesso Comune di residenza: entrano a far parte della base imponibile del contribuente e quindi faranno aumentare il prelievo fiscale di 297 milioni. A fronte di 562 milioni di maggiori entrate, le deduzioni Imu per gli immobili strumentali valgono 126,3 milioni nel 2013 e 84 milioni quest'anno. L'abbassamento dal 19 al 15% della cedolare secca sugli affitti costa solo 11 milioni. A questo proposito non si può dimenticare il pasticcio della «mini-Imu» che i proprietari di prime case situate in Comuni che avevano alzato l'aliquota minima come Milano e Roma hanno dovuto pagare entro il 24 gennaio scorso. Un salasso, per altro molto confusionario, costato ai cittadini circa 300 milioni.
Da notare, inoltre, come la flessione del 23% delle entrate da trasferimento immobili a 11,8 miliardi contempli anche un maxi-aumento (+390%): è quello relativo alle imposte su successioni e donazioni, reintrodotto otto anni fa dal governo Prodi e che quest'anno dovrebbe portare all'Erario 520 milioni di euro a fronte dei 106 milioni di sette anni fa. Analogamente, l'aumento dell'aliquota al 22% ha reso praticamente stabile il gettito di questa imposta sui trasferimenti immobiliari anche a fronte del calo record registrato dalle transazioni. La diminuzione annua nel 2013 dovrebbe essersi avvicinata al 10%, dimezzando i volumi scambiati rispetto a una decina di anni fa.


Non è un caso, perciò, se dall'inizio della recessione globale il livello di tassazione sulle case, i negozi, gli uffici e i capannoni è aumentato di 10 miliardi, passando da 42 a 52 miliardi di euro. Il «mattone» ha consentito al fisco di raggiungere l'obiettivo prefissato: far cassa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica