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Il caso Belsito divide il Carroccio E Radio Padania grida al complotto

Lo scandalo che ha coinvolto il tesoriere della Lega, Francesco Belsito, ha spaccato il Carroccio tra chi chiede di "fare pulizia" e chi è convinto dell'estraneità del partito a ogni accusa

Il caso Belsito divide il Carroccio   E Radio Padania grida al complotto

Lo scandalo che ha coinvolto il tesoriere della Lega, Francesco Belsito, ha spaccato il Carroccio tra chi chiede di "fare pulizia" e chi è convinto dell'estraneità del partito a ogni accusa, insinuando qualche dubbio sul fatto che la perquisizione sia avvenuta nel giorno in cui vengono presentate le liste elettorali per le elezioni amministrative.

Mentre tace il leader Umberto Bossi, il primo a chiedere al tesoriere di "fare un passo indietro" è stato Roberto Maroni, convinto che la vicenda possa avere ripercussioni sulle elezioni. Per questo, l'ex ministro dell'Interno, che sottolinea come la Lega sia parte lesa,  chiede di "cogliere l'occasione di fare pulizia, perché queste cose fanno male alla Lega e ai suoi militanti. E' il momento di fare un'operazione trasparenza e mettere le persone giuste al posto giusto".

Dello stesso avviso Matteo Salvini, secondo cui "è opportuno che chi è indagato faccia un passo indietro", anche se è tutto da vedere perché non c’è una prova che sia una". L'europarlamentare del Carroccio però ha qualche sospetto: "Venti finanzieri da Napoli a Milano nella sede della Lega nel giorno dell’avvio della campagna elettorale in tanti comuni del Nord, neanche fosse un covo di malavitosi. Un blitz così di solito scatta nelle operazioni anticamorra. Non si può non pensare che ci sia sotto qualcosa di diverso, a fini politici per colpire un grande partito di opposizione".

Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, chiede di fare pulizia e "di scrivere la parola fine a tutte queste cose. Mi sembra raccappricciante ciò che sta avvenendo: questa è un’agonia". Per l'esponente del Carroccio il partito ha "l’obbligo di dimostrare ai cittadini e ai militanti del partito che in Lega tutto si compie in maniera corretta".

L'idea che dietro all'inchiesta ci sia altro, emerge anche dalle parole del segretario provinciale di Milano della Lega Nord, Igor Iezzi, che difende anche Umberto Bossi, tirato in ballo dai pm: "Mi pare un modo di screditare l’unica forza di opposizione. Bossi non è certo un uomo che fa queste cose, non è un uomo che fa dei soldi la propria ragione di vita... mangia pizza e Coca Cola". 

L'accusa viene lanciata anche da Radio Padania dove i più sostengono che il partito è preso di mira "dai poteri forti: la tempistica puzza e non poco". Tra una telefonata e l’altra, l’emittente del Carroccio trasmette Il giudice di De Andrè e Signor Giudice di Vecchioni. E ancora, da più parti viene sottolineato: "È solo un caso che proprio oggi si sono depositate le liste per le amministrative? Appena si avvicinano le elezioni guarda caso escono queste cose. Se queste sono le armi politiche che usano contro di noi c’è da preoccuparsi".

Eppure c'è anche qualche voce fuori dal coro, come l’assessore leghista alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani, secondo cui "i giudici hanno il dovere di indagare, di fare queste indagini". Nessun complotto dunque: "Vedo solo un’azione dei giudici e basta. Vediamo se ci saranno colpevoli, in caso contrario bisognerà fare qualche pensiero. Se su dieci indagati hai dieci innocenti, allora c’è da fare qualche riflessione, al contrario se ci sono dieci condanne". 

Ma la vicenda ha avuto ripercussioni già sulle amministrative. Edoardo Rixi, candidato della Lega Nord a sindaco di Genova, ha detto che potrebbe abbandonare la campagna elettorale se Belsito non dovesse dimettersi dalla carica di tesoriere del partito.

Il capogruppo del Carroccio alla Camera, Gianpaolo Dozzo, invece, ribadisce che "la Procura ci considera parte lesa, quindi vediamo che sviluppi ci saranno. Io penso che ognuno deve pensare cos’è il bene del movimento, quindi, se Belsito ritiene di fare il bene del movimento faccia un passo indietro".

Eppure il partito non ha sporto querela contro Belsito per l'appropriazione indebita.

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