Il caso Imbarazzo a Palermo

RomaAll'inaugurazione dell'anno giudiziario a Palermo il procuratore Francesco Messineo si trova in grave imbarazzo. È finito nel mirino del Csm, che potrebbe decidere il suo trasferimento per incompatibilità ambientale, perché indagato dai colleghi di Caltanissetta. E un'indagine disciplinare può essere dietro l'angolo.
L'accusa è di aver rivelato a un indagato, l'ex direttore generale di Banca Nuova Francesco Maiolini, particolari dell'inchiesta su di lui per usura bancaria. Le intercettazioni delle telefonate testimonierebbero che il manager abbia chiesto informazioni e che il magistrato si sia attivato presso il pm incaricato delle indagini per fornirgli notizie riservate. La vicenda coinvolge anche il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari: per Messineo sarebbe stato lui a consigliare a Maiolini di parlargli del caso. Il capo dei pm nisseni, infatti, si è astenuto dal coordinamento dell'inchiesta sul collega. Anche lui è ora sotto esame alla Prima commissione del Csm, che ha aperto un fascicolo sulla base delle informazioni trasmesse dal Pg di Caltanissetta Roberto Scarpinato.
Alla cerimonia palermitana, dunque, l'aria è tesa. Anche perché nel suo intervento un consigliere di Palazzo de' Marescialli, Franco Cassano, parla di «possibile questione morale che coinvolge una parte della magistratura». Il togato di Magistratura democratica si riferisce forse anche alla condanna per diffamazione del Pg di Messina, Franco Cassata: nel 2009 divulgò un dossier anonimo contro il professore Adolfo Parmaliana, poi morto suicida lasciando una lettera di denuncia delle responsabilità di politici e magistrati nel rallentare indagini di mafia.
Messineo, però, non rinuncia a dare lezioni e a criticare, oltre i politici, lo stesso Csm. L'ex capo del candidato Antonio Ingroia, assurto alle cronache soprattutto per l'indagine sulla trattativa Stato-mafia e lo scontro con il Quirinale approdato alla Consulta per le intercettazioni di Giorgio Napolitano, ammonisce: «Il magistrato non deve mai temere di essere sotto attacco. Noi siamo protetti dalla legge e agiamo nel rispetto della legge. Tuttavia prendiamo atto di critiche, alcune delle quali eccessive, che di volta in volta possono turbarci. Ma continuiamo il nostro lavoro». Poi, un appello: «la nuova dirigenza politica metta seriamente mano a riforme incisive che superino anche resistenze culturali e forme lobbistiche di resistenze corporative, per disegnare un ordinamento che consenta ai magistrati di rendere giustizia in tempi brevi». Infine, una stoccata sui tagli agli organici: «Ci auguriamo che il Csm cambi il progetto di riforma dell'ordine giudiziario. La soppressione dei posti dei magistrati è una ferita definitiva».


Messineo era in corsa per il posto di Pg di Palermo, ma si è ritirato dopo la bufera, spianando la strada a Scarpinato. Ha ritirato la domanda anche l'altro candidato, il procuratore di Messina Guido Lo Forte. E potrebbe essere lui il prossimo procuratore di Palermo.

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