Salis, Cruciani smaschera il Pd: "Con un naziskin..."

Il conduttore radiofonico svela il doppiopesismo della sinistra sul caso Salis: "Se un naziskin avesse picchiato dei ragazzi di sinistra il Pd avrebbbe dato lo stesso consenso?"

Salis, Cruciani smaschera il Pd: "Con un naziskin..."
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Il caso di Ilaria Salis, la cittadina italiana detenuta in Ungheria ed esibita vergognosamente con tanto di ceppi a mani e piedi, racchiude tutti i paradossi della sinistra nostrana. La figura della maestra elementare di Monza, attivista di estrema sinistra accusata di aver partecipato agli assalti contro neo nazisti a Budapest, riassume perfettamente le tante maschere della gauche nostrana. Pronta a battersi, giustamente e legittimamente, per il rispetto dei diritti umani in carcere. Sempre attenta alle condizioni di salute dei prigionieri e, ovviamente, pronta a scagliare le immagini dell’attivista contro il governo Meloni dipinto ad hoc come “al guinzaglio di Orban”.

Ora, la domanda viene quasi spontanea: a parti invertite cosa sarebbe successo? Se fosse stata una maestra di estrema destra ad essere accusata di aver assaltato un commando di pericolosi nostalgici comunisti, la sinistra avrebbe difeso giustamente i suoi diritti previsti nella carcerazione preventiva? Un’ipotesi che, con l’eccezione di poche e coraggiose firme e di Giuseppe Cruciani, pochi altri si azzardano ad avanzare. Il conduttore de La Zanzara, senza tanti giri di parole, è uno dei pochissimi che prova a mettere la questione sul tavolo. "La vicenda Salis, pensate il caso inverso, esordisce Cruciani durante la sua trasmissione su Radio 24. E aggiunge: “Un naziskin che andava a Madrid o a Parigi a picchiare dei ragazzi di sinistra. Secondo voi – e questo è il vero nodo - Il PD, la sinistra, avrebbero dato lo stesso consenso che danno alla Salis?".

Nella domanda, come spesso accade, vi è già la risposta. I maliziosi, a ben vedere, potrebbero avanzare una prima ipotesi. La risposta, visti i protagonisti della nuova opposizione, potrebbe essere negativa. Il giustizialismo a correnti alternate della sinistra, si sa, colpisce molto più volentieri gli estremisti della destra fascista e nazista. I compagni estremisti, pericolosi tanto quanto i primi, vengono spesso dimenticati più o meno volontariamente dalla corrente più manettare del giustizialismo. E la storia della Salis, visto il suo passato di attivista di estrema sinistra, non fa alcuna eccezione.

La vergogna delle catene non cancella il gioco sporco di una parte della sinistra, per fortuna minoritaria, che preferisce sminuire le azioni (tutte ancora da verificare e accertare) della giovane maestra.

Quello che manca è una difesa dei diritti tout court degli accusati e dei prigionieri. Una difesa che si dimentica della strumentalizzazione con fini elettorali e lascia da parte, una volta per tutte, il colore politico di appartenenza.

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