Il Cav apre ai matrimoni gay e fa scoppiare un acceso dibattito

Berlusconi apre: "Serve la maggioranza delle Camere per cambiare il codice civile". Le associazioni gay: "Serve una proposta". Il Pdl: "Gesto liberale"

Il Cav apre ai matrimoni gay e fa scoppiare un acceso dibattito

"Se si ha una maggioranza che consente di cambiare il codice civile". Ospite di Rtl 102.5, Silvio Berlusconi ha aperto al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto anche omosessuali scatenando un acceso dibattito. Al direttore di Rtl che gli chiede se dunque lui sia d’accordo, l’ex premier ha mostrato il proprio assenso con la testa. E a Telelombardia ha precisato: "Nel mio partito da sempre c’è un atteggiamento liberale sui diritti e lasciamo sempre libertà di coscienza in Parlamento. Le coppie di fatto sono una situazione che sta crescendo vorticosamente e sembra giusto, cambiando il codice civile stabilire dei diritti, come ad esempio in caso di eredità".

Secondo quanto emerge dal sondaggio condotto dall’istituto di ricerca Datamonitor, il 54,1% degli italiani è favorevole ai matrimoni gay: un dato leggermente in crescita rispetto alla precedente rilevazione sul medesimo argomento a maggio dello scorso anno, pari al 53,4%. Gli italiani contrari alle unioni omosessuali sono il 43,2%. Il dato invece è molto più deciso sulla questione relativa alla possibilità che le coppie gay adottino un figlio. Su quest’argomento gli italiani sono in grande maggioranza contrari: infatti, per il 77,1% del campione non dovrebbe essere possibile e solo il 20,5% è favorevole alle adozioni per le coppie omosessuali, anche se il trend è in crescita. Tuttavia, l'apertura del Cavaliere ha subito suscitato un acceso dibattito politico. Immediate, infatti, le reazioni dell'associazionismo omosessuale. Per Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, non basta un cenno del capo: "Dal 1994 ad oggi le maggioranze parlamentari e i governi di Berlusconi non hanno fatto nulla e anzi sono state chiuse a qualsiasi proposta. Siamo di fronte ad un cambio di rotta?". Per fugare ogni dubbio, Marrazzo ha invitato Berlusconi a fare proposte concrete da inserire nel programma del centro destra. Sulla stessa linea anche Franco Grillini, presidente di Gaynet e leader storico della comunità omosessuale, che ha chiesto all'ex premier di formare "una maggioranza laica libera dai fanatici". Per Imma Battaglia, presidente di DìGay Project, quella di Berlusconi è solo una boutade elettorale: "Vedremo comunque se si tratta delle solite chiacchiere da propaganda oppure se in Parlamento contribuirà attivamente alle proposte che arriveranno su questo tema".

A chi parla di "inversione di rotta" del Cavaliere, Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi, Eugenia Roccella e Raffaele Calabrò hanno ricordato il documento sulle unioni civili che lo scorso agosto registrò l’adesione di più di 150 parlamentari del Pdl. "Con argomentazioni laiche, sottoscritte infatti da deputati, senatori ed europarlamentari di diversa provenienza culturale - hanno sottolineano gli esponenti del Pdl - vi si ribadiva la contrarietà all’equiparazione giuridica tra il matrimonio e altre unioni affettive anche omosessuali, e la condivisione e disponibilità nei confronti di iniziative legislative volte a riconoscere ai componenti di tali unioni diritti in ambito civilistico o penalistico in tutte le situazioni in cui questi non siano effettivamente garantiti". Barbara Saltamartini, vicepresidente del Pdl a Montecitorio, ha invitato a tutelare la famiglia, così come sancita dalla Costituzione, quale "cellula centrale della società e come tale meritevole di interventi a sostegno".

Dal Vaticano sono subito piovute pesanti proteste. Ai microfioni di Radio Vaticana monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e capo della Commissione Cei per il Laicato, ha invitato la politica a non fare dei diritti alle coppie gay una priorità della prossima legislatura. "Riconoscerli vuol dire che possono decidere di vivere la loro vita, ma non possono sostituire la famiglia con la loro unione", ha spiegato il presidente della Commissione episcopale assicurando che non c’è disprezzo per nessuno.

"C’è comprensione - ha continuato Sigalini - ma di fronte a noi c’è un dato fondamentale della nostra vita, dell’esperienza cristiana, della Bibbia stessa, che non ci permette assolutamente di avallare un discorso del genere, soprattutto di fronte ad una famiglia, che sta dimostrandosi attualmente l’unico punto di salvezza di questa nostra crisi, tra l’altro".

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