Il Cav in campo per il direttore «Giustizia negata, ora riforma»

RomaUna vicenda «incredibile», quella di Alessandro Sallusti. Una nuova «pagina di giustizia negata». E, soprattutto, la conferma dell'«assoluta necessità ed urgenza» della riforma della giustizia. Silvio Berlusconi lega la storia personale e professionale del direttore de Il Giornale ad uno dei più complessi problemi dell'Italia: quello del funzionamento della macchina giudiziaria e dell'interpretazione e applicazione delle norme da parte della magistratura. Fa del «caso Sallusti», con la condanna a un anno e 2 mesi di carcere, l'arresto di sabato in redazione e la detenzione domiciliare, l'emblema di una giustizia malata, prima ancora che il semplice effetto di una legge vergognosa che prevede il carcere per la diffamazione. «Da tempo - scrive in una nota il presidente del Pdl - sostengo l'improrogabile necessità della riforma della giustizia a garanzia del più fondamentale diritto di ogni cittadino: la libertà. L'incredibile vicenda di Sallusti non fa che riaffermare l'assoluta necessità ed urgenza di tale riforma».
Berlusconi ripercorre le tappe del caso giudiziario, nato dopo la querela per diffamazione del magistrato Giuseppe Cocilovo per l'articolo del 2007 sull'aborto di una tredicenne firmato con lo pseudonimo Dreyfus da Renato Farina, sul quotidiano Libero che Sallusti dirigeva. «Condannato in prima istanza ad una multa di 5.000 euro, trasformata in appello in 14 mesi di carcere, confermati poi dalla Cassazione».
Se così la giustizia ha fatto il suo corso, sottolinea il Cavaliere, tocca alla politica riparare. Berlusconi non fa esplicito riferimento alla proposta di legge appena affossato in Senato, dopo un mese e mezzo di vani tentativi di cambiare le norme sulla diffamazione a mezzo stampa. Ma richiama con decisione alle loro responsabilità i partiti: se non sono stati capaci di salvare Sallusti ed evitare l'esecuzione della pena, che almeno impediscano per il futuro il verificarsi di altri casi come questo.
«Ora sta al mondo politico - scrive Berlusconi- trovare al più presto una soluzione adeguata, che contemperi l'inalienabile diritto di opinione e di informazione con l'altrettanto inalienabile diritto a non vedere lese la propria privacy e la propria onorabilità». Il leader del Pdl spiega l'importanza di mettere insieme diritto-dovere del giornalista di informare e diritto della vittima di ripristinare la sua reputazione, approvando delle norme che tutelino i cittadini dalla diffamazione ma, al tempo stesso, i mass media da un loro uso distorto a solo scopo intimidatorio.


La nota di Berlusconi si conclude con un messaggio al direttore de Il Giornale: «Mi auguro che Alessandro Sallusti possa riprendere al più presto il suo impegno di direttore e che venga così cancellata agli occhi del mondo questa ulteriore pagina di giustizia negata».
E anche il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, si unisce al coro di solidarietà: «Vicenda incredibile. Immediata necessità di rivedere le norme».

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