Il professor Raimondo Cubeddu, già ordinario di Filosofia politica all’Università di Pisa, presidente per l’istituto Bruno Leoni del Comitato editoriale e filosofo politico, vede nelle prossime elezioni europee il punto di svolta per l’Italia. Ma quel che deve accadere - rimarca - è la riproposizione dello schema che ha fatto vincere al centrodestra il governo. Il Cav, per l’esperto, ha avuto l’intelligenza politica di leggere la situazione in anticipo. E a prevalere, sarebbero gli interessi italiani. Il tutto se e solo se la coalizione presentata non sarà «anti-meloniana».
Il presidente Silvio Berlusconi, intervistato da «Il Giornale», apre al centrodestra europeo, ossia al modello italiano replicato in Ue. La vede plausibile? «Assolutamente sì. Prima di tutto bisogna essere realisti. La profonda crisi dei Partiti Socialisti in tutta Europa - con l’ultimo caso della sconfitta di Pedro Sanchez in Spagna - , impone un cambio di rotta. La Meloni ha intelligenza politica e visione strategia: questa è un’occasione che non si può perdere. L’Italia diventerebbe protagonista e ne trarrebbe i maggiori vantaggi. Si tratta - mi ripeto - di cogliere una grande occasione. E non bisogna farsi condizionare dal lasciare a piedi Marine Le Pen: ha un’altra impostazione e non è al governo francese. E stesso discorso vale per Viktor Orbàn».
E quali sarebbero gli altri interlocutori possibili? Renew Europe di Macron? «Certo, bisogna giocare a tutto campo e vedere chi ci sta. L’Italia deve, senza preclusione, diventare protagonista per responsabilità europea. Se vogliamo trasformare l’Europa, questa è la circostanza storica adatta, con una prevalenza di interessi concreti che fino a poco fa tutto erano fuorché quelli italiani».
Una Ue che però deve restare nel campo occidentale. «Fuori di dubbio. Non voglio essere ruffiano ma la posizione della Meloni, in questo ambito, è esemplare. Il problema dell’Ucraina è focale, così come quello dei confini, dunque quello della Polonia. Ma come si è pensato in Ue di trattare la Polonia in questa maniera? La svolta dev’essere estromettere i socialisti, che non esistono sostanzialmente più. Ma deve andare di pari passo con una svolta geopolitica. Non possiamo più inseguire la sinistra europea con i suoi dettami ecologisti o con le sue battaglie sui nuovi diritti. Esistono anche altri problemi».
Ma una parte del Partito popolare europeo viene ritenuto schiacciato sui socialisti no? «Vorrà dire che quella parte di popolari virerà verso altre posizioni. Non si può proporre una politica ambientalista che in fin dei conti favorisce la Cina. Poi di cristiano, in alcuni emisferi, è rimasto poco. Bisogna fare i conti al proprio interno».
Ma Berlusconi quindi per lei ha ragione. «Ha l’intelligenza d comprendere come, per contare, si debba riproporre la coalizione italiana in Europa. In questo modo il Belpaese diventerebbe fondamentale nelle e per le logiche continentali».
E la Meloni leader europea del futuro. «Anche del presente, se sfrutta l’occasione. Ha l’età, la volontà. Ha tutto». Cosa dovrebbe fare la Lega dI Matteo Salvini? «Dovrebbe fare un passo verso il Ppe o l’Ecr per far sì che la rappresentatività italiana diventi più forte. Altrimenti non resterebbero molti interlocutori. E l’Italia perderebbe questo momento, che è invece perfetto».
Se la sente di fare un nome per la presidenza della commissione Ue? Mario Draghi? «Se
volesse farlo sì, si chiuderebbe il cerchio. Ma all’interno dello schema coalizionale che ho presentato. Anche perché qualunque altra coalizione finirebbe con l’essere anti-meloniana, dunque in questa fase anti-italiana».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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