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Il Cav contro Napolitano: mi odia, ha fatto un golpe

Il Cavaliere prepara i suoi al voto. Si pensa all'impeachment. Incontro ad Arcore con l'ideologo M5S Becchi

Il Cav contro Napolitano: mi odia, ha fatto un golpe

I toni sono coloriti e gli aggettivi di molto edulcorati. E soprattutto niente nomi e niente cognomi. Ma quel che il Cavaliere va privatamente dicendo da giorni, alla fine lo mette quasi nero su bianco in una lettera indirizzata ai parlamentari di Forza Italia: il Quirinale è uno dei maggiori responsabili di quello che Silvio Berlusconi considera una sorta di «golpe bianco» ma ormai «permanente» iniziato il 9 novembre del 2011 con la nomina a senatore a vita di Mario Monti. Da quel momento – questa è la convinzione dell'ex premier – il Colle avrebbe gestito in prima persona sia la nascita del governo del Professore che i successivi passaggi che hanno portato all'esecutivo di Enrico Letta e poi alla rottura tra Angelino Alfano e Berlusconi. Ecco perché, questo assicura chi nelle ultime ore ha parlato con il Cavaliere, non è affatto escluso che Forza Italia si unisca al M5S se davvero i grillini arriveranno a presentare la richiesta di impeachment del capo dello Stato. Ecco perché l'ex premier sarebbe deciso mettere nel mirino anche il Quirinale pur di far cadere il governo. D'altra parte, ragionava con un parlamentare qualche giorno fa, «con il voto sulla decadenza la tregua con il Colle è finita» e «se Napolitano non solo mi odia ma per giunta si muove come un attore politico deve finirla di considerarsi intoccabile e accettare che anche gli altri si comportino nei suoi confronti di conseguenza». L'impeachment, insomma, è sul tavolo. Tutti concetti su cui l'ex premier batte da tempo e che mai come ieri era arrivato a mettere nero su bianco. «L'intreccio fra logiche politiche della sinistra e strumenti giudiziari – scrive Berlusconi - sta mettendo seriamente in pericolo i concetti stesso di libertà, democrazia e Stato di diritto». E «a questo disegno, dispiace dirlo, non son estranei i più alti organi di garanzia delle nostre istituzioni». Un Cavaliere più che convinto che sia «possibile» arrivare alle elezioni politiche «nei prossimi mesi» perché «il governo ci ha gravemente deluso» ed «è venuto meno agli impegni presi in materia fiscale e di tagli alla spesa». Ed è per questo che chiede a tutti i parlamentari di «organizzare Forza Italia in una struttura agile, aperta e capace di dialogare in modo capillare sul territorio».

L'ex premier, insomma, nonostante la finestra elettorale sia strettissima, non esclude a priori la possibilità di un ritorno alle urne. Ed è in nome di questo che nelle ultime settimane si sta saldando un asse con il M5S. In principio fu una telefonata del Cavaliere, poi – alcune settimane fa – un faccia a faccia vero e proprio in quel di Arcore. Dove Berlusconi e Paolo Becchi – docente all'Università di Genova nonché uno degli ideologi del M5S – hanno avuto un lungo incontro. Nessuno pensa ad una alleanza stabile ovviamente, ma è chiaro che mai come adesso Grillo e il Cavaliere sono uniti da una sorta di «eterogenesi dei fini». Nel senso che se è escluso che possano dare vita ad un governo insieme, è invece sicuro che l'esecutivo Letta lo metterebbero volentieri in ginocchio insieme (ieri sono arrivate le dimissioni da sottosegretario al Lavoro anche di Jole Santelli). L'asse, insomma, rischia di essere nei fatti. Non è un caso che la pattuglia di parlamentari di Forza Italia che si dicono pronti a sostenere un eventuale voto di impeachment presentato dai grillini si vada allargando di ora in ora, da Sandro Bondi a Daniela Santanché passando per Augusto Minzolini. Intanto – mentre i sondaggi nelle mani di Berlusconi registrano una forte insofferenza dell'elettorato di centrodestra verso Napolitano – in piazza San Lorenzo in Lucina si sta lavorando per raccogliere pareri di autorevoli costituzionalisti che confermino quanto sostengono Forza Italia e M5S.

E cioè che i 148 deputati eletti nelle file del centrosinistra con il premio di maggioranza giudicato incostituzionale dalla Consulta siano «illegittimi» e «abusivi».

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