Non è arrivato a dargli dei «coglioni» come fece nel 2006 a pochi giorni dalla chiusura delle urne, ma certo l'affondo di Silvio Berlusconi sull'elettorato grillino non passa inosservato. Chi vota per il Movimento 5 Stelle, dice il Cavaliere alzando decisamente i toni rispetto all'ultima settimana, è «una persona che non ha la testa sulle spalle, insensata e irragionevole». Secondo il leader del Pdl, infatti, Beppe Grillo è «un vero pericolo» e «bisogna che qualcuno con senso di responsabilità si opponga a questa marea montante che sta portando queste folle a pensare che si possa picconare tutta la politica mandandola a casa mentre riuscirà solo a mandare Bersani e Vendola al governo».
Un Berlusconi che attacca anche Pier Luigi Bersani e Mario Monti, ma che decide di puntare con più insistenza sul comico genovese, segno che evidentemente non ha torto chi sostiene che l'elettorato del Cavaliere e quello grillino in parte si sovrappongono. Ecco il perché di quello che è nei fatti una sorta di appello al voto utile, un invito a non sostenere chi pensa di «picconare tutta la politica» e a votare «con la testa ma anche con la tasca». Ed è per questo che difende con forza la proposta di restituire l'Imu agli italiani e replica alle critiche che hanno seguito l'invio delle circa nove milioni di lettere in cui il Pdl annunciava il rimborso in caso di vittoria elettorale. C'è anche chi, come Antonio Ingroia, arriva a parlare di «voto di scambio» e Berlusconi replica con un «non sanno più a cosa attaccarsi» ribadendo che si tratta di «un'idea giusta» visto che l'Imu «è un'imposta da sprovveduti dell'economia, una tassa patrimoniale pluriennale su un bene sacro». Ma anche Monti accusa l'ex premier di voler «comprare il voto degli italiani» e per tutta risposta il Cavaliere ripete il leit motiv degli ultimi giorni: vista la soglia di sbarramento al 10 per cento «rischiano di non entrare in Parlamento». E a chi obietta che non si possono citare sondaggi, Berlusconi replica candidamente che la sua è «solo una previsione». E ancora: «Non ho citato i sondaggi dico che ci sono delle probabilità che non ce la facciano».
Lo scontro più duro, però, è su Mediaset. Il Cavaliere, infatti, è convinto che in caso di sconfitta elettorale l'obiettivo di Bersani & Co sia quello di «uccidere letteralmente» Mediaset. Berlusconi lo va dicendo in privato ormai da tempo, ma nelle ultime 48 ore la questione è diventata anche argomento dello scontro con il segretario del Pd e con Monti. «Dare degli imbroglioni ai competitor - replica il leader del Pdl a Bersani - è nello stile di questi signori che affondano nella tradizione comunista il loro modo di fare politica e sono abituati a usare toni minacciosi». Dal segretario del Pd, aggiunge il Cavaliere, «è infatti arrivata una minaccia che ho definito mafiosa» visto che «mi avvisava che se loro andranno al potere Mediaset ne passerà delle belle». Poi la replica a Monti, secondo il quale Berlusconi non si sarebbe mai potuto candidare con Scelta civica perché avrebbe dovuto fare il blind trust. «Ma chi può credere al conflitto d'interesse quando la televisione di cui io sono azionista non ha fatto mai una trasmissione di contrasto alla sinistra», ribatte il Cavaliere.
«Anzi - aggiunge l'ex premier - mi criticano perché l'unica trasmissione, Quinta colonna, dà ragione alla sinistra, mentre prima almeno c'era Fede». Insomma, «Mediaset è una tv commerciale che non appoggia nessuno». Anche se, ripete in privato, è chiaro che «se mai ne avranno la possibilità», faranno «qualunque cosa pur di ucciderla e metterla a tacere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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