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Riforme, Berlusconi: "Io ricattato da Renzi? Semmai è il contrario"

Il Cav chiude al governo: "FI resta all'opposizione anche dopo le europee"

Riforme, Berlusconi: "Io ricattato da Renzi? Semmai è il contrario"

"Siamo all’opposizione di questo governo e non vi potremmo rientrare neppure dopo le elezioni europee". In una intervista a TeleRoma 56, Silvio Berlusconi si concentra sul voto di fine maggio e decide di marcare stretto il premier Matteo Renzi con cui è pronto a collaborare per portare a casa le riforme necessarie al Paese, ma senza mantenerlo in vita in eterno. "Potremmo ricattare il governo - avverte il leader di Forza Italia - non dandogli i voti per le riforme che vuole portare avanti".

"Renzi è certamente abile - ammette Berlusconi ai microfoni di TeleRoma 56 - è riuscito a farsi catapultare a Palazzo Chigi senza passare dalle urne come aveva promesso". Un colpo di mano che non lo discosta poi tanto dal blitz compiuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per mettere Mario Monti a Palazzo Chigi al posto di Berlusconi. "Se l’avessimo fatto noi sarebbe venuta fuori una rivoluzione - continua il Cavaliere - ora se la deve sbrigare con la vecchia sinistra e il sindacato". Ed è proprio la "vecchia sinistra" a dare del filo da torcere all'ex sindaco di Firenze osteggiando le riforme. Proprio per questo, pur non essendo disposto a entrare nel governo, Berlusconi continuerà a dare una mano a riformare il Paese. A preoccuparlo maggiormente è, infatti, l'exploit del Movimento 5 Stelle. Secondo il leader di Forza Italia, Beppe Grillo è "un capopopolo, un demagogo, un personaggio pericoloso con caratteristiche molto vicine a personaggi che nella storia hanno fatto disastri". "Con lui al potere - avverte - ci sarebbero solo macerie".

Ai microfoni di TeleRoma 56 Berlusconi ha, poi, parlato del futuro di Forza Italia. Futuro che, secondo rumors poi smentiti, potrebbe coincidere con la discesa in campo di Marina Berlusconi. "Non credo che il leader debba scegliersi il successore, io l’ho fatto e mi è andata male - spiega - penso che il leader venga fuori da solo". Secondo Berlusconi, è una questione di capacità: "Non è il papà che deve promuovere una successione.

Gli italiani dello schieramento dei moderati a un certo punto dovranno individuare una persona che possa guidarli".

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