Il Cav: è l'ora del repulisti. E spunta l'ipotesi primarie per i candidati onorevoli

Berlusconi chiede sanzioni esemplari per lo scandalo Lazio. Crosetto: "La misura è colma. Serve il machete o me ne vado"

Il Cav: è l'ora del repulisti. E spunta l'ipotesi primarie per i candidati onorevoli

Roma - È affamato di spiegazioni plausibili, ripete che «bisogna andare fino in fondo» nella ricerca delle responsabilità, spazzare via tutto quello che di marcio si è annidato nella Regione Lazio e si è palesato in queste ore frenetiche e drammatiche. Silvio Berlusconi fa fatica a contenere la rabbia. Chi ha avuto occasione di parlare con lui nella giornata di ieri lo descrive ancora «furibondo» per l'affaire Pdl-Lazio. «Se non prendiamo contromisure forti, misurabili e visibili, questa vicenda rischia di provocare un danno senza fine a un partito che stava recuperando consensi» il ragionamento fatto dal presidente del Pdl. Un danno che potrebbe avere ricadute importanti anche sui risultati delle politiche visto che, con la legge elettorale attuale, il Lazio soprattutto al Senato è quasi in grado di spostare da solo gli equilibri.

L'idea è quella di applicare sanzioni esemplari e rapide. Un vero e proprio repulisti di cui l'ex premier ha discusso con Angelino Alfano, affidandogli pieni poteri di intervento. Le contromosse, comunque, non saranno decise soltanto dai due massimi dirigenti del partito. In settimana sarà convocato un ufficio di presidenza ad hoc per elaborare un piano di intervento condiviso. Le dimissioni del capogruppo alla Pisana Francesco Battistoni sono state il primo segnale. Resta ancora in ballo la permanenza di Mario Abbruzzese alla guida del Consiglio regionale. Ma più in generale arriverà un'indicazione forte, già nell'incontro che martedì Alfano avrà con i capigruppo regionali, a fare chiarezza e promuovere spending review analoghe a quella intrapresa dal Lazio.

Il caso Fiorito, inoltre, potrebbe determinare un cambio di passo e strategia anche per il Pdl a livello nazionale. Con lo scandalo laziale il recupero di consensi appare destinato a subire uno stop. Di conseguenza l'idea di temporeggiare per poi raccogliere i frutti della lotta interna al Pd non appare più praticabile. A questo punto meglio accelerare sulla legge elettorale e definire una coerente strategia d'attacco. Il nodo resta sempre quello della selezione della classe dirigente. In questo senso il pressing dal basso per le primarie potrebbe produrre un risultato concreto. Nel Pdl, infatti, inizia a circolare con forza l'ipotesi di adottare le primarie per le candidature di Camera e Senato. Un modo per riattivare la partecipazione e «aprire» il partito alla vigilia del voto. Una soluzione che potrebbe rappresentare una risposta ai tanti dubbi sulla selezione della classe dirigente che il caso Lazio ha sollevato. Se, infatti, da una parte Fiorito è stato eletto forte di 30mila preferenze, è altrettanto vero che nel listino bloccato di Renata Polverini sono stati inseriti 14 fortunati scelti a tavolino dalla segreteria di partito, spesso per la vicinanza a questo o a quel dirigente di peso.

Il repulisti, a questo punto, viene anche invocato da alcuni parlamentari. Su tutti Guido Crosetto. «La misura è colma. Non c'è spazio nello stesso partito per tutto e il contrario di tutto. O il Pdl ha la forza di fare pulizia completa, di liberarsi di quelli per cui la politica è esclusivo strumento di arricchimento o di alternativa a un lavoro, di convocare un congresso di ricostruzione, di usare il machete invece del fioretto, oppure non c'è più spazio per me».

Un intervento che ha provocato la replica del coordinatore Pdl Sandro Bondi che ha definito le dichiarazioni di Crosetto «sbagliate e controproducenti perché tutti abbiamo il dovere di sostenere il segretario Alfano». Controreplica di Crosetto: «Penso che le cose fatte da Alfano e le sue parole sui ladri di galline non lascino dubbi sulla sua volontà».

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