«B alotelli è il Mario che ha segnato due gol e ha fatto piangere i tedeschi. Monti è il Mario che ha segnato l'Imu e il redditometro e ha fatto piangere gli italiani». Si chiude così l'intervista di Silvio Berlusconi negli studi del Tg3. Un Cavaliere che smentisce seccamente si tratti di «un acquisto da campagna elettorale», ma che non resiste alla tentazione della battuta per affondare ancora una volta il colpo sul Professore con il quale esclude qualsiasi ipotesi di accordo postelettorale.
Anzi, Monti ormai è uno dei bersagli preferiti dell'ex premier e dei big del Pdl, tanto che a lui ieri erano dedicati alcuni dei post Twitter e Facebook dello staff del Cavaliere. Uno su tutti: «Per governare ho chiesto e ottenuto il consenso degli italiani, non della signora Merkel». Che, neanche troppo velatamente, è come dire che Monti è stato spinto a Palazzo Chigi dalla cancelliera tedesca. D'altra parte, fanno notare nell'entourage del Cavaliere, sono diversi i sondaggisti che danno il polo di centro a cavallo del dieci per cento. Che, così fosse, significherebbe a un passo dalla debacle visto che quella è la soglia di sbarramento per entrare alla Camera (per il Senato, invece, è l'otto su base regionale). Ecco - questo è il ragionamento - perché adesso bisogna affondare i colpi in quella direzione.
Ma Berlusconi approfitta del palcoscenico del Tg3 anche per dire la sua sul fascismo e sull'Europa, due questioni di cui s'è discusso molto negli ultimi giorni. Le leggi razziali? «Fatte da qualcuno che non voleva avere nulla a che fare con la democrazia». Le dichiarazioni sul Duce? Pronunciate mentre «ero stretto da una massa di cronisti». E il fascismo? «Che io ne abbia una buona opinione è smentito da tanti anni di mie prese di contatto e io sono considerato da Israele il più amico tra tutti gli europei».
Ma a pesare forse ancor di più è la replica al commissario Ue all'Economia Olli Rehn che aveva attribuito al Cavaliere la responsabilità di aver bloccato la crescita dell'Italia. Parole «incredibili», dice Berlusconi, pronunciate da «uno dei 27 commisari dell'Unione» che peraltro nel novembre del 2011 diceva cose di segno opposto. Ed effettivamente l'ex premier è piuttosto efficace quando legge parola per parola gli elogi di Rehn a Berlusconi e all'operato del suo governo che aveva appena passato la mano a Monti. «Noi - insiste il Cavaliere - abbiamo sempre rispettato tutti gli accordi responsabilmente assunti con l'Ue».
La strategia di Berlusconi, dunque, è piuttosto chiara e punta sempre di più a rendere inscindibile agli occhi dell'opinione pubblica il binomio Monti-Germania. Ed è in quest'ottica che a via dell'Umiltà leggono l'incontro che il Professore avrà questa mattina con Angela Merkel. L'ennesima prova - è il senso dei ragionamenti del Cavaliere - che ha bisogno del «permesso» di Berlino al punto di dover andare a prendere le consegne.
In attesa della famosa promessa choc, intanto, l'ex premier continua a tentare di tenere alta la suspence sulla compilazione del «nuovo» contratto con gli italiani confermando che tra i punti che ne faranno parte ci sarà anche l'introduzione del quoziente familiare. Mentre sul fronte comunicazione in agenda per la prossima settimana c'è Ballarò, ma si cerca di inserire anche Piazzapulita e Leader.
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