Il Cav non esclude ipotesi

Berlusconi si tiene le mani libere: "Prima le urne". Ticket con Alfano in caso di sistema proporzionale. Meloni minaccia l’uscita dal Pdl

Basta la fotografia del parter­re del Tempio di Adriano a dare l’idea di quale potrà essere la linea che terrà il Cavalie­re nel giorno in cui Mario Monti apre per la prima volta all’ipotesi di un nuovo mandato. A presenta­re il libro Il grande imbroglio­Cro­naca di anno difficile ci sono infat­ti Renato Brunetta ( l’autore),Giu­liano Ferrara e, appunto, Silvio Berlusconi. Il primo antimontia­no di ferro, il secondo uno dei più accesi supporter del Professore tanto da arrivare a farci un rap e il terzo, l’ex premier, sempre atten­to a restare in equilibrio, critico sì verso le politiche economiche del­l’attuale governo ma mai verso il presidente del Consiglio.
Insomma, sul palco la simme­tria è perfetta. Ed è proprio seguen­do questo equilibrio che quando i giornalisti chiedono a Berlusconi cosa ne pensi di un Monti bis lui ta­glia corto: «Ma come si fa? Non sappiamo nemmeno come si vo­ta... ». Che non è un via libera ma è anche qualcosa di lontanissimo dall’essere un «no» come quello che arriva, secco, da Pier Luigi Ber­sani. D’altra parte, che il Cavalie­re non escluda a priori la soluzio­ne Monti nel caso dalle urne non esca un risultato chiaro non è una novità degli ultimi giorni. Oltre ad essere una delle principali ragioni
di tensione con gli ex An, convinti che in verità Berlusconi è proprio in quella direzione che voglia an­dare (sarà un caso ma al Tempio di Adriano non se ne vedo uno). Basti pensare che su Twitter Mas­simo Corsaro commenta l’ipotesi di un Monti bis con un «sarà mica meglio che abbiano ragione i Ma­ya? ». È chiaro, dunque, che la sor­tita newyorkese di Monti non fa che rendere ancora più agitate le acque dentro il Pdl. Con il Lazioga­te che ormai sembra essere diven­tato una bomba incendiaria. Ieri l’ultimo atto con Renata Polverini che prima di dimettersi ufficial­mente ha tagliato cinque dei 15 as­sessori della giunta. Cosa che ha fatto andare su tutte le furie Gior­gia Meloni che - raccontano gli ex An- non le avrebbe mandate a di­re al segre­tario del Pdl Angelino Al­fano e sarebbe decisa ad accelera­re il più possibile l’uscita dal parti­to degli ex di via della Scrofa.
In tutto questo, continua il con­fronto sulla legge elettorale. E sic­come i tempi stringono, la prossi­ma settimana il quadro dovrebbe
essere più chiaro, con il Cavaliere che in caso si vada su un sistema proporzionale in cui ogni partito ha il suo candidato premier sta pensando ad un ticket Berlusconi-Alfano.Di certo,l’ex premier ha in­tenzione di rimanere sulla scena, anche se non in prima linea. E di fa­re campagna elettorale, come di­mostrano gli affondi di ieri alla pre­sentazione del libro di Brunetta. Se non esclude un Monti bis e non critica il Professore («il grande im­broglio non è Monti ma la moneta unica»),Berlusconi è invece duris­simo su Europa, euro e Germania («se uscisse dalla moneta unica non sarebbe una tragedia»). Per non parlare della pressione fisca­le e di Equitalia che fa «estorsio­ne ».
Inizia dal Fondo salvastati che, dice l’ex presidente del Consiglio, ha norme che portano «l’econo­mia al collasso» e spingono verso «una spirale recessiva di cui non si vede la fine». Quindi, insiste il Ca­valiere, il problema è all’origine e il governo dei tecnici è solo in par­te responsabile. Detto questo, pe­rò, Berlusconi insiste sul fatto che di tasse ne sono state introdotte troppe. A cominciare dall’Imu, per continuare con certi provvedi­menti, come il limite per i paga­menti in contanti o il redditome­tro, che - sostiene - «fanno paura» e creano tra i cittadini «ansia» e «terrore» per il futuro. Roba da «stato di polizia tributaria», attac­ca. Infine, l’affondo su Equitalia, colpevole «di fare estorsione ai cit­tadini ». «O paghi e quindi la prati­ca viene chiusa- dice il Cavaliere­oppure se vuoi resistere devi in­tentare una causa e devi essere tu a dimostrare che il fisco ha torto».

Questo, spiega Berlusconi, «au­menta il clima di incertezza», so­prattutto «se ci si aggiungono le vi­site plurime fatte dalla Guardia di Finanza e ampiamente pubbliciz­zate nei luoghi di villeggiatura».

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