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Il Cav non molla sulle tasse "Le coperture si trovano"

Berlusconi detta la linea su Iva e Imu: "Basta alibi, tocca al Pd dare risposte chiare"

Il Cav non molla sulle tasse "Le coperture si trovano"

Quando gli portano il Corriere della Sera con in prima pagina la mica tanto velata minaccia di dimissioni del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, Berlusconi scuote la testa. «No, su Imu e Iva non si cede». La linea è data. Una linea dura, concordata con i suoi uomini di punta in materia economia: Renato Brunetta e Daniele Capezzone su tutti. Il ragionamento del Cavaliere è molto semplice: «Ora basta alibi. Le coperture per non alzare di un punto l'Iva ci sono e noi le abbiamo indicate da tempo. Tocca al governo ma soprattutto al Pd darci risposte chiare. Se non sono in grado di darcele, peggio per loro. Si assumeranno la responsabilità di aver mandato all'aria il governo delle larghe intese per aumentare le tasse». Il Cavaliere è in una posizione di forza: su temi così sensibili come il fisco, sa che si sta giocando una partita che non farà altro che aumentare i consensi per la neonata Forza Italia. Quindi Berlusconi concorda con i suoi: «Il Pd è senza proposte, senza iniziative. Noi invece le abbiamo e non cambiamo rotta».

Ovviamente ad Arcore non ha fatto piacere l'uscita del ministro dell'Economia, tutta tesa a demolire quelle che sono le bandiere degli azzurri: Imu e Iva in primis, da sacrificare in nome del rispetto dei conti pubblici. Ma l'equazione Berlusconi uguale sforamento dei parametri non va giù al Cavaliere. E con Brunetta concorda di ributtare sul tavolo le sette proposte del capogruppo pidiellino alla Camera nelle quali risulta che le coperture sono addirittura più abbondanti non solo dell'1,6 miliardi che il ministero dell'Economia sta cercando con il lumicino ma anche degli altri 4 e rotti per l'Imu, la Cig e le missioni all'estero. Le coperture, secondo Brunetta, ammonterebbero a più di dieci miliardi ma dal ministero dell'Economia, sulle proposte pidielline, non sarebbe che arrivato un fragoroso silenzio.

È chiaro che sullo sfondo si sta giocando un braccio di ferro pericolosissimo tra Pd e Pdl. Alla sinistra non va giù aver ceduto sull'Imu, cavallo di battaglia dei berlusconiani, ed è pronta a utilizzare Saccomanni per rivedere l'accordo sull'abolizione, così faticosamente raggiunto. Il Pdl, dal canto suo, ha buon gioco a tenere duro e ribadire i propri «niet» sul fronte imposta sulla casa. Altrimenti, è il ragionamento del Cavaliere e del suo entourage, sarà «la sinistra ad affossare Letta perché vuol rimettere la tassa più odiata dagli italiani». Insomma, il classico gioco del cerino teso a ributtare nel campo avverso la mina della colpa di aver fatto saltare il banco. Con Berlusconi che ha un vantaggio in più: se casca tutto, casca sul fisco; con la sinistra a rappresentare il partito della spesa e delle tasse.

Naturalmente l'uscita di Saccomanni non fa bene al governo che sarà anche delle larghe intese ma che è di strette soddisfazioni sia per il centrodestra sia per il centrosinistra. Non è chiaro quanto Letta possa andare avanti ma ormai, tra gli uomini del Cavaliere, non si scommette molto sulla sua durata. Raccontano di un Berlusconi «molto deciso»: non si cede e non si cederà mai di un millimetro nemmeno in futuro sulle tasse. «Tenersi pronti per ogni evenienza» è il messaggio che manda da Arcore ai suoi. Non una novità visto che l'operazione Forza Italia prosegue spedita; con poche novità e qualche conferma: non ci sarà alcun nuovo segretario nella neorinata Fi ma si cercherà di tenere assieme tutti, sia falchi sia colombe.

I quali, sul fisco, parlano in coro: non molleremo mai.

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