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Il Cav: "Di nuovo in politica? Ci sto, ma datemi il 51%..." E torna a parlare dell'euro

Il Cavaliere: "Voglio lavorare ogni giorno affinché, terminata la fase transitoria del governo Monti, un centrodestra in parte rinnovato e più ampio torni a guidare il paese"

Il Cav: "Di nuovo in politica? Ci sto, ma datemi il 51%..." E torna a parlare dell'euro

Chi immaginava che Silvio Berlusconi non avesse più voglia né motivazioni politiche dovrà ricredersi: "Voglio continuare a essere il leader dei moderati finché gli italiani lo vorranno. E di lavorare ogni giorno, con tutte le mie forze, come ho sempre fatto, affinché, terminata la fase comunque transitoria del governo Monti, un centrodestra in parte rinnovato e più ampio torni a guidare il paese". L'ex premier lo dice in un’intervista pubblicata in appendice al libro "L’onestà al potere" di Roberto Gelmini che parla dei nove anni di amministrazione di Milano di Gabriele Albertini. "Se io dovessi dare una risposta a chi mi chiede se sono intenzinato a continuare ancora in politica, io dovrei rispondere in un solo modo - ha spiegato in serata da Fiuggi - non è un fatto definitivo, sto maturando delle decisioni, ma il modo è questo: sì, io ci sto, ma dovete darmi il 51%".

Alla domanda se la sconfitta alle elezioni di Milano abbia fatto male al suo governo, Berlusconi ha spiegato: "Certo non ci ha fatto bene. Ma è stata soprattutto un sintomo di un clima politico generale che si andava deteriorando sempre più, non solo in Italia. Ricordo che, alle elezioni di medio termine, tutti i governi europei in carica hanno subito gravi sconfitte".

Nell’intervista a Berlusconi viene ricordata la proposta di Albertini per Milano: mettere assieme, con un obiettivo preciso e limitato nel tempo, le componenti moderate della sinistra e della destra, per escludere le estreme, Di Pietro e Bossi. Un patto per la città anche in vista dell'Expo. Il Cavaliere ha commentato in questo modo: "Questi sono i risultati del governo della sinistra. Ma la sinistra, quando vince, non scende a patti. Quando nel 2006 prevalsero per 24.000 voti alle elezioni politiche proponemmo un governo di unità nazionale per gestire il paese spaccato a metà. Non si peritarono neppure di rispondere".

Tornando alla politica nazionale il Cavaliere sottolinea che il centrodestra "pur avendo la maggioranza sia alla Camera che al Senato e senza essere stati mai sfiduciati dal parlamento non abbiamo esitato a farci da parte perchè abbiamo ritenuto che questo sarebbe stato più conveniente per il paese al fine di consentire una larga convergenza di fronte all’emergenza". E puntualizza ancora una volta: "Questa è la differenza tra noi e loro. E infatti la proposta di Albertini per Milano, che aveva una logica, non ebbe seguito".

Bce più forte o Germania fuori dall'euro

Intervenuto a Fiuggi per un'iniziativa dei giovani del Pdl Berlusconi torna a parlare dell'euro: "Che cosa si deve fare per uscire da questa spirale di recessione senza fine?". Per il Cavaliere la risposta è semplice: "La Bce deve diventare banca di garanzia finale di tutti i debiti e deve provvedere, alla necessità, a stampare moneta". Tuttavia, ribadisce l’ex premier, bisogna scontrarsi con l’opposizione della Germania, che "ha tutte le convenienze di mantenere questa situazione". E allora, prosegue ancora Berlusconi, "gli altri Stati dovrebbero unirsi e imporre alla Germania di uscire lei dal sistema dell’euro.

Questa soluzione non è scritta sulle nubi - rivendica il Cavaliere - anzi, anche tecnici bancari tedeschi stanno esaminando questa possibilità e se la Germania uscisse dall’Euro darebbe la possibilità agli altri 16 Stati che la Bce diventi la vera banca dell’Euro". 

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