Il Cav ora sceglie l'isolamento: "È il momento di restare solo"

Berlusconi segue il processo in Cassazione chiuso a palazzo Grazioli ma resta fiducioso nel verdetto perché "una condanna non ha alcun senso"

Il Cav ora sceglie l'isolamento: "È il momento di restare solo"

Per tutta la giornata Palazzo Grazioli resta in una sorta di bolla temporale all'interno della quale quasi nessuno riesce ad accedere. Non ci sono ospiti, infatti, ammessi nella residenza romana del Cavaliere nel giorno in cui si apre l'udienza in Cassazione sui diritti tv Mediaset, neanche i soliti big di partito che partecipano ai consueti «consigli di guerra». Nessuno, a parte Gianni Letta e Paolo Bonaiuti. E pure le telefonate raccolte dal centralino sono ridotto al minimo, con Berlusconi che sceglie di rimanere isolato in attesa della figlia Marina (che potrebbe arrivare a Roma oggi) e del verdetto della Suprema Corte (previsto per stasera o, più probabilmente, domani mattina).
L'obiettivo, insomma, è quello di restare fuori dalla mischia e di non avere alcun contatto con l'esterno, così da evitare rumors più o meno veritieri sull'umore e le reazioni dell'ex premier. I pochissimi che riescono ad avere un contatto con il Cavaliere, però, non lo trovano particolarmente di buon umore, anzi. Ma Berlusconi ci tiene a veicolare una linea ottimista e ripete ai suoi interlocutori che è «fiducioso» perché «una condanna non ha alcun senso» e sarebbe «incredibile che la Cassazione confermasse un processo che non sta in piedi».
In verità, quel che pensa del processo Mediaset e di tutta la vicenda è noto e il Cavaliere lo è andato ripetendo per giorni, ancora lunedì scorso durante alcune conversazioni con deputati e senatori. Nessuno, infatti, può togliere dalla testa di Berlusconi di essere «vittima di un complotto ordito da un gruppo di magistrati organizzati», da una procura della Repubblica in particolare che da anni cerca di «sovvertire l'esito del voto». Considerazioni che il Cavaliere ha fatto più volte, in maniera più colorita in privato e magari più sfumata in pubblico. Nessuna novità, insomma. Se non quella di un Berlusconi che per l'occasione decide di seguire la linea del low profile imposta da Franco Coppi davvero fino all'ultimo, al punto di estraniarsi da tutto e tutti e restare isolato l'intera giornata. A parte Letta e Bonaiuti, infatti, solo gli avvocati Niccolò Ghedini e Coppi hanno accesso a Palazzo Grazioli.
Così, da via del Plebiscito non arriva alcuna indiscrezione nemmeno sulla requisitoria del procuratore generale Antonio Mura. Considerata invece «durissima» da tutti i parlamentari del Pdl che ieri giravano per Montecitorio, compresi quelli che con il diritto hanno buona dimestichezza. Anche se poi più d'uno ha considerato una sorta di apertura il fatto che Mura abbia detto che va «rideterminata» l'interdizione ai pubblici uffici considerata eccessiva. Potrebbe essere quello – è il senso dei ragionamenti che si facevano – lo spiraglio su cui infilarsi.
Si vedrà. Di certo c'è che la linea di queste ore è quella della prudenza a tutti i costi. D'altra parte, alzare i toni adesso non avrebbe alcun senso e sarebbe del tutto improduttivo. Per tirare su le barricate, infatti, c'è tutto il tempo un minuto dopo che la Cassazione si sarà pronunciata. Berlusconi, dunque, aspetta. «Tranquillo e sereno», spiega Marcello Dell'Utri, uno dei pochi che ha occasione di sentirlo. L'ex senatore, poi, esclude che il Cavaliere possa «decidere di lasciare l'Italia» in caso di condanna. Mentre se dovesse essere confermata l'interdizione dai pubblici uffici «potrebbe fare il Grillo della situazione».

Restare in politica, insomma, senza candidarsi ma tenendo comunque la leadership del movimento. Che, non a caso, si chiamerebbe non più Pdl ma Forza Italia, un brand che come nessun altro può essere identificato con Berlusconi.

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