Politica

Il Cav: "Se Monti si candida faccio un passo indietro"

Il Cav: "Vorrei riposarmi, ma se serve sono pronto". E apre alla possibilità di un passo indietro: "Se Monti decidesse di aderire a questa richiesta vi aderirebbe tutto lo schieramento moderato". Poi assicura: "Sono europeista, ma non ci possono essere Paesi egemoni"

Il Cavaliere Silvio Berlsuconi alla presentazione del libro di Bruno Vespa
Il Cavaliere Silvio Berlsuconi alla presentazione del libro di Bruno Vespa

In Italia esistono due schieramenti che, dal 1948 a oggi, si contrappongono: da una parte i moderati, dall'altra la sinistra. Come ha sempre fatto, anche alle prossime elezioni Silvio Berlusconi è pronto a impegnarsi perché il rinnovato asse tra Pier Luigi Bersani e Nichi Venola non riesca a mettere le mani su Palazzo Chigi. Proprio per questo, il Cavaliere è disposto a fare un passo indietro qualora Mario Monti decida di candidarsi alle prossime politiche riunendo, in questo modo, tutte le forze moderate. "Da parte mia c’era e c’è una giusta esigenza di consegnarmi ad un periodo di riposo - ha spiegato l'ex premier - ma se c’è bisogno di una mia attiva presenza io ho sempre detto che sono a disposizione".

"Molto spesso leggo di questi miei passi avanti e indietro, come se fossero frutto di un pensiero incoerente". Alla presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, il Cavaliere ha ribadito di essere sempre stato coerente nel percorso politico volto a mantenere l'unità dei moderati. La preoccupazione è concreta: se il centrodestra dovesse presentarsi alle urne diviso in due parti, la sinistra rischia seriamente di diventare maggioranza. Proprio per questo un eventuale passo indietro o avanti di Berlusconi dipende tutto da come evolverà nei prossimi giorni il panorama politico. "Spinto dai miei ho accettato di potere essere candidato premier, ma anche leader della coalizione", ha spiegato Berlusconi, certo di poter ancora recuperare tutti i voti del 2008 che non sono andati in nessun altro partito e che sono nell’area del non voto. Tuttavia, il Cavaliere si è anche detto disposto a fare un passo indietro per riunire il centrodestra solo se Monti si rende disponibile a candidarsi. "Non credo che Monti accetti di diventare uomo di parte o di partito ma se decidesse di aderire a questa richiesta vi aderirebbe tutto schieramento moderato - ha detto il Cavaliere - anche io glielo proposi, Monti mi disse che non era suo intendimento".

Almeno per il momento, il Professore non ha ancora sciolto le proprie riserve anche se le ultime uscite pubbliche lasciano intendere che l'attuale premier stia accarezzando l'ipotesi di candidarsi. Nella proposta del Cavaliere, però, Monti dovrebbe tenere insieme "tutti i moderati", compresa la Lega. In attesa che il premier faccia chiarezza sulla sua posizione, Berlusconi resta il candidato premier di uno schieramento che vedrebbe il Pdl e la Lega Nord nuovamente alleati. Se non ci fosse un accordo sulla sua candidatura a premier e di quella di Roberto Maroni alla Regione Lombardia e se i lumbard decidessero di correre da sola alle elezioni, allora potrebbe cadere l'accordo con il Carroccio anche in Veneto e in Piemonte.

Durante la presentazione del libro Il palazzo e la piazza, Berlusconi ha colto l'occasione per sgombrare dal campo alcuni malintesi: "Sono da sempre un europeista convinto, tuttavia non mi si può convincere di un’Europa in cui ci sono paesi egemoni che colpiscono gli interessi degli altri Paesei". Nel 2011 è stata, infatti, fatta una battaglia contro il Belpaese usando lo spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi come leva per spingere Berlusconi a fare un passo indietro da Palazzo Chigi. "Su uno spread oltre 500 punti venne fatta una battaglia in Europa dando la colpa a me e si disse che avevamo portato il paese sul baratro e questa è stata una menzogna - ha chiarito - qualcuno disse che non si potevano pagare pensioni e stipendi statali, gli stipendi vennero pagati e non credo che i tecnici avessero portato loro i soldi nelle casse del governo". In questi anni, spprofittando della crisi economica e dell'euro, la Germania ha guadagnato a spese di tutti gli altri Stati. C’è stato, infatti, un impoverimento dell’Italia e la liquefazione delle sue aziende che possono essere comperate da aziende concorrenti. Eppure, quando ha svelato il "giochino" dei tedeschi, Berlusconi è stato duramente attaccato: "Che brutto Paese e quello dove la televisione pubblica accetta che sia insultato un ex presidente del Consiglio senza prendere provvedimenti.

Se la nostra grande stampa è più per la Germania che per un leader italiano".

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